Fiumi di cocaina da Napoli a Catania| 18 trafficanti alla sbarra - Live Sicilia

Fiumi di cocaina da Napoli a Catania| 18 trafficanti alla sbarra

Di LAURA DISTEFANO - Al via il processo scaturito dall'inchiesta Bisonte 2. La maggior parte degli imputati hanno scelto l'abbreviato. Il neo collaboratore di giustizia Domenico Querulo sarà giudicato, invece, con il rito ordinario.

Inchiesta della Dda
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CATANIA – Il nome dell’inchiesta era stato dato per il logo della Toyota con cui erano marchiati i panetti di cocaina che dalla Campania arrivavano a Catania. La Squadra Mobile, grazie ad un delicato lavoro di intercettazioni e di decodificazione di sms, riuscì a rintracciare il carico di polvere bianca e a porlo sotto sequestro. I trafficanti insieme alla droga avevano portato un presente ai clienti etnei: tre pistole, una sorta di “benefit” per fidelizzare la compravendita. Era il 2009 e la polizia, su delega della Dda etnea, stava conducendo l’inchiesta avendo nel mirino le piazze di spaccio gestite dal gruppo di Antonio Aurichella del Clan Cappello Carateddi.

Il sequestro della cocaina porterà al fermo dei corrieri ma anche dei destinatari: ed è proprio Aurichella a finire in gattabuia. Gli equilibri si rompono. La perdita del carico rappresenta una grossa perdita sia per i napoletani che per i catanesi. I partenopei riprendono i contatti e a prendere le file del “canale” di approvvigionamento sono i fratelli Domenico e Santo Querulo. La tecnica dei telefonini civetta viene ristabilita, così come gli sms in codice. Molte volte erano usati messaggi d’amore, anche in dialetto napoletano, per descrivere appuntamenti, consegne, pagamenti e quantità.

A maggio dello scorso anno il Gip di Catania emette un’ordinanza nei confronti di 17 persone: tra questi finisce in manette anche Giuseppe Bosco, sarebbe stato il “finanziatore” dei traffici. Finito in cella Domenico Querulo decide di collaborare con la giustizia, e le sue dichiarazioni danno il rush finale per chiudere l’inchiesta e portare alla sbarra gli indagati. 18 sono state le richieste di rinvio a giudizio presentate dai Pm Pasquale Pacifico e da Tiziana Laudani al Gup. Per molti si procederà con il rito abbreviato, restano in stallo alcune posizioni per alcuni “difetti” di notifica.

Accolto il rito abbreviato per Antonio Aurichella, Gaetano Bagnato, Giuseppe Bosco, Giampaolo Chianese, Gaetano D’Aquino (collaboratore di giustizia), Gennaro Daniele, Enrico De Palma, Luigi De Martino, Maurizio Faleppa, Concetto Gagliano, Rocco Lo Sasso e Giuseppe Soriato. Il Gup ha fissato le udienze per la requisitoria dei Pm e le richieste di pena al 28 maggio e 10 giugno. Federico Sepe ha chiesto il patteggiamento della pena che sarà discussa dal Gup Anna Maggiore 19 maggio.

Il collaboratore Domenico Querulo procederà con il rito ordinario: il processo si celebrerà davanti alla Terza sezione penale di Catania. Il dibattimento inizierà il 3 luglio. Restano ancora da definire le richieste di rinvio a giudizio per Bruno e Antonio Carbone, per il primo il Gup ha dichiarato la nullità per omessa notifica ai difensori dell’indagato. Per Antonio Parisi il difensore ha depositato una perizia di parte che “dimostrerebbe l’incapacità processuale dell’imputato”. Il Gup ha disposto una perizia medica e ha nominato un consulente che dovrà depositare una relazione. A quel punto il Gup deciderà per la sospensione del procedimento.


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