Fondi Ue, manca l'assistenza | A rischio un miliardo di euro - Live Sicilia

Fondi Ue, manca l’assistenza | A rischio un miliardo di euro

Il governo, in primavera, ha tolto ai privati la gestione delle fasi di controllo e rendicontazione del Po-Fesr. Dovrebbe occuparsene la società regionale Sviluppo Italia Sicilia. Ma l'affidamento è ancora in alto mare. Così, nel momento in cui serviva uno "sprint", la spesa dei Fondi europei rischia di subire una brusca (e pericolosa) frenata.

PALERMO – Imprimere un’accelerazione alla spesa dei Fondi europei. Sembrava la questione più urgente. Una necessità assoluta. E invece, da più di un mese, la spesa dei Fondi del Po-fesr 2007-2013 è ferma. Il motivo? La Regione non può godere dell’assistenza tecnica. Ovvero del personale e degli strumenti necessari per occuparsi delle fasi del monitoraggio, del controllo e del rendiconto della spesa. E il rischio concreto, adesso, è quello di fare andare in “disimpegno” (che significa, insomma, perdere i soldi) qualcosa come un miliardo di euro. Avete letto bene, un miliardo!

La storia, che ha quasi dell’incredibile, è legata alla scelta della Regione siciliana di togliere a una società esterna, la “Ernst & Young ” la gestione di queste attività. E di affidare tutto a una società della Regione. Scelta che ha lasciato molti dubbi agli addetti ai lavori. I costi dell’assistenza tecnica infatti erano previsti dagli stessi programmi europei. Era cioe’ l’Europa che pagava progettisti, controllori e rendicontatori. I privati avevano sottoscritto un contratto “tre più tre”. Ovvero, dopo tre anni, era previsto il rinnovo. Rinnovo che non è arrivato. Nella primavera scorsa, infatti, quando si era avvicinata la scadenza del rapporto con la Ernst & Young, l’allora dirigente generale del dipartimento Programmazione, Felice Bonanno, aveva segnalato la questione al presidente Crocetta. Che ha deciso di interrompere quel rapporto. Insomma, all’assistenza tecnica pensino le società regionali. E in particolare, era stata individuata una società: Sviluppo Italia Sicilia avrebbe dovuto garantire questa assistenza.

A dire il vero, la Regione, con una delibera del luglio scorso ha anche previsto una proroga di appena tre mesi ai privati. Tre mesi scaduti il 21 settembre scorso. Quando il governo ha inviato una lettera al presidente di Sviluppo Italia Sicilia, Cleo Li Calzi. Nella lettera, una sorta di richiesta di disponibilità a mettere a disposizione il personale per l’assistenza tecnica. Lettera alla quale la società, interamente nelle mani della Regione siciliana, ha risposto pochi giorni dopo. Dando il proprio ok. Da allora… è tutto fermo.

Il governo, infatti, non ha compiuto il passo successivo. Quello, cioè, di formalizzare la richiesta attraverso un contratto. Da allora, nessuno si occupa dell’assistenza tecnica. E l’iter della spesa sta frenando in maniera preoccupante. Ma la preoccupazione è doppia. Ieri si è riunita l’Assemblea dei soci Di Sviluppo Italia. Che non è entrata, però, nel merito dell’assistenza tecnica. Pare che il direttore della Programmazione Vincenzo Falgares abbia inviato una lettera al governatore Crocetta. Ma al momento non si conoscono i contenuti. Quello che è certo è che i tempi, adesso, rischiano di allungarsi pericolosamente. Stando a molti esperti del settore, infatti, la Regione siciliana non potrà contare sull’assistenza tecnica almeno fino alla fine dell’anno.

Ma anche sulla gestione da parte di Sviluppo Italia dell’assistenza tecnica non sono pochi i dubbi e le incertezze. A cominciare dal motivo per il quale l’Europa richiede una società “terza” per la verifica della spesa. Per evitare, insomma, che sia proprio una società regionale a effettuare il “controllo” sulle attività della Regione stessa. Si potrebbe aprire, infatti, in quel caso, un conflitto di interessi tale da portare anche alla revoca, da parte dell’Unione europea, dei fondi stanziati.

Il secondo problema, e su questo si sono accese già polemiche (e speranze, a dire il vero), è quello riguardante il personale. Sviluppo Italia Sicilia, infatti, dispone di un organico di 78 persone. Solo per la gestione del Po-Fesr ne servono più di quaranta (i privati avevano messo a disposizione 43 persone). Ma la società regionale, al momento, fornisce il servizio di assistenza tecnica anche agli assessorati dell’Agricoltura (per il Piano di sviluppo rurale), dell’Energia (per il Patto dei sindaci) e alle Attività produttive, oltre a occuparsi di “creazione d’impresa” e “attrazione di investimenti” con Invitalia. È quest’ultima, a dire il vero, la vera identità della società. Che verrebbe invece caricata del peso dell’assistenza tecnica. Ma al momento, il personale non basta. Così, nei giorni scorsi si è diffusa la voce di possibili nuove assunzioni nella società. Un’ipotesi, al momento, smentita in maniera secca dai vertici stessi di Sviluppo Italia Sicilia. Le leggi vigenti, infatti, prevedono il blocco delle assunzioni. Così, la Regione avrebbe pensato di far giungere a Sviluppo Italia, ad esempio, personale proveniente da altre società partecipate. Ma anche su questo punto, i dubbi sono tanti. Legati soprattutto alle qualità professionali richieste per operare le attività di controllo e rendicontazione.

Tutti nodi da sciogliere al più presto. Ma anche il “più presto”, adesso, rischia di essere già “tardi”. Il contratto col quale la Regione dovrebbe incaricare Sviluppo Italia Sicilia dell’assistenza tecnica, ancora non esiste. Quando verrà proposto, e magari firmato, dovrà tradursi nel decreto del dirigente generale della Programmazione. Decreto che dovrà poi passare il vaglio della Corte dei Conti. Tempi stimati: almeno due mesi. La Regione, insomma, potrà far ripartire la spesa del Po-Fesr 2007/2013 con l’anno nuovo. Nel frattempo, quasi certamente, avrà perso un miliardo di euro. Sì, avete letto bene: un miliardo di euro.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI