Fondo pensioni, dubbi sui titoli | Già in bilico la nomina di Scilabra - Live Sicilia

Fondo pensioni, dubbi sui titoli | Già in bilico la nomina di Scilabra

Rosario Crocetta e Nelli Scilabra

Non avrebbe nel curriculum i 5 anni di esperienza necessari. La Regione “frena”. Savona attacca

L'ENTE REGIONALE
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PALERMO – La nomina è di pochi giorni fa. Ma è già in bilico. Il presidente della Regione, coerentemente con quanto fatto in questi anni, ha pescato nel mazzo dei “fedelissimi” per scegliere la nuova guida di un importante ente regionale. La scelta, il 13 dicembre scorso, è caduta sull’ex assessore alla Formazione Nelli Scilabra, oggi segretaria particolare del presidente. La delibera di giunta riporta i passi che hanno condotto a questa designazione. Voluta direttamente dal presidente. La Scilabra dovrebbe porre fine a un commissariamento che dura dal 2014 e che è stato condotto – senza oneri aggiuntivi – dal dirigente di ruolo Fulvio Bellomo. In allegato alla delibera di designazione, anche la nota del Segretario generale Patrizia Monterosso che ricorda al governatore alcuni passaggi formali: a cominciare dalla necessità che la nomina passi dalla verifica dei titoli del “designato” che dovrà essere operata dalla segreteria tecnica del presidente Crocetta. Una valutazione che ancora non esiste. Come mai?

Gli uffici della Presidenza della Regione in effetti sembra che al momento stiano un po’ frenando. Dubbi, probabilmente, sull’effettiva “robustezza” del curriculum dell’ex assessore. E a dire il vero, per allontanare queste incertezze, la soluzione andrebbe cercata proprio lì, nel Palazzo della Regione, in particolare tra i documenti della Segreteria generale.

È il caso, ad esempio, di una circolare firmata da Patrizia Monterosso, poco più di un anno fa. Era il 17 dicembre del 2015 quando quel documento viene inviato alla Segreteria tecnica di Crocetta e alle segreterie dei vari assessorati. La circolare elenca i “criteri applicativi per il conferimento di incarichi, da patte del Presidente della Regione e degli Assessori, in organismi in enti pubblici ed enti di diritto privato sottoposti a vigilanza e controllo della Regione siciliana”. È proprio il caso della nomina di Nelli Scilabra al Fondo pensioni, un ente pubblico non economico controllato dalla Regione.

E facendo una comparazione tra i requisiti richiesti e il curriculum della Scilabra – anche questo allegato alla delibera – ecco saltare fuori le possibili incongruenze che potrebbero essere saltate agli occhi dei “tecnici” di Palazzo d’Orleans che finora, non a caso, non hanno dato il proprio “via libera” formale alla nomina. In particolare, tra i requisiti richiesti la legge prevede, oltre a un titolo di studio adeguato, una “esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale o di Presidente o di amministratore delegato maturata in enti o aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dallo svolgimento dell’incarico: oppure qualifica di magistrato ordinario amministrativo o contabile in quiescenza o di docente universitario di ruolo anche in quiescenza”.

Se per il titolo di studio, Nelli Scilabra ha messo le “carte a posto” con la laurea in Giurisprudenza conseguita la scorsa estate, molto più complicato è riuscire a rintracciare nel curriculum l’esperienza quinquennale (scientifica o professionale) richiesta. In effetti, è la stessa Scilabra a indicare, come “esperienze lavorative”, nel suo curriculum, quelle di assessore regionale dal novembre del 2012 all’ottobre del 2014. Meno di due anni, insomma. Per il resto, sono tanti i dubbi sulla possibilità di includere nel requisito dell’esperienza professionale quella di segretario particolare del presidente della Regione. Ma anche in quel caso, seguendo una interpretazione, “larga” della norma, si arriverebbe, complessivamente, a circa quattro anni. Va detto che il regolamento dell’ente non fissa paletti temporali all’esperienza professionale necessaria a ricoprire la carica di presidente, ma la legge regionale – alla quale il regolamento stesso dovrebbe adeguarsi – è molto più chiara e dettagliata: servono i cinque anni di esperienza.

Come si fa, allora? Al momento a Palazzo d’Orleans, pur di confermare la designazione, sembra si stia pensando di includere nel “quinquennio” persino gli incarichi svolti dalla Scilabra all’Università, da studentessa. Incarichi, per la verità, che correttamente la stessa Scilabra nel suo curriculum non indica come “esperienze lavorative”, ma come “attività politica e associazionistica”. In particolare, la Presidenza della Regione starebbe valutando di “ripescare” per il computo complessivo addirittura i ruoli di Consigliere di facoltà a Giurisprudenza o, meglio, quello di senatrice accademica.

Ma anche quando si dovesse far passare la storia dell’equivalenza tra Senato accademico ed esperienza professionale idonea a ricoprire il ruolo di presidente del Fondo Pensioni, ci sarebbe qualche altro ostacolo. Ed è sempre sottolineato dalla delibera della Monterosso. Riguarda la nomina di “esterni” della pubblica amministrazione. “Gli organi di governo cui spettano le nomine e/o le designazioni di ‘rappresentanti’ della Regione in organi collegiali – si legge – appaiono legittimati a ricorrere a professionisti esterni nei soli casi in cui non esistano o non siano sufficienti, sotto il profilo quantitativo e/o quantitativo, nei ruoli organici dell’Ente, quelle specifiche professionalità necessarie per fronteggiare le varie esigenze dell’azione amministrativa”. Insomma, prima di scegliere un esterno, la Regione deve verificare che tra i dipendenti “di ruolo” non esistano già figure con un curriculum almeno equivalente a quello di Nelli Scilabra. Senza contare il fatto che la nomina poi dovrebbe essere trasmessa a sua volta alla commissione Affari istituzionali all’Ars. Un passaggio che a Palazzo d’Orleans sono tentati di eludere, considerando la posizione della Scilabra, assunta in un ufficio di staff del governatore, sovrapponibile a quella di un “interno” alla pubblica amministrazione.

Ma Nelli non è un dipendente di ruolo della Pubblica amministrazione. È stata scelta e nominata dal presidente Crocetta che in passato ha già visto naufragare più volte le sue nomine contro le lacune del curriculum degli aspiranti manager: dal quasi amministratore delegato dell’aeroporto di Catania Ornella Laneri, passando per un paio di manager della Sanità, per finire al super dirigente Tano Grasso, designato ma mai giunto a Palazzo d’Orleans.


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