Formazione, la Cisl: 7 mesi fa |avvisammo Crocetta - Live Sicilia

Formazione, la Cisl: 7 mesi fa |avvisammo Crocetta

Il sindacato ripropone una lettera del segretario Bernava datata dicembre 2012 in cui si parlava di "un pozzo di san Patrizio di conoscenza pubblica e popolare”. La Cgil: "Siamo indignati ma non stupiti, da anni denunciamo". La Uil: "Non paghino i lavoratori"

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PALERMO – “Sarebbe troppo facile dire lo avevamo detto. Sarebbe troppo facile dirlo ma è un dato di fatto che lo abbiamo detto, inascoltati, quando erano trascorse appena quattro settimane dall’elezione del nuovo presidente della Regione. Era il 10 dicembre 2012. La Cisl, con una lettera aperta al neo-governatore Rosario Crocetta, puntava il dito contro quell’intreccio diffuso di clientele e affari al centro, in questi giorni, di importanti inchieste giudiziarie”. Così una nota della Cisl siciliana. Che ripropone quella lettera aperta scrittai sette mesi fa dal segretario Maurizio Bernava a Rosario crocetta, che anticipava i fatti emersi dall’inchiesta messinese sulla Formazione. Bernava all’epoca indicava nel “consolidato sistema affaristico tra deputati, politici e società da loro controllate mediante rapporti di comodo e/o parentali”, la minaccia da sradicare nel settore della formazione e in tanti altri settori vissuti in Sicilia, per troppi anni, all’ombra dell’intermediazione politica per una gestione di comodo della spesa pubblica. Inascoltati, abbiamo proposto un percorso di coraggio e trasparenza offrendo il nostro totale sostegno. Convinti come siamo che la discontinuità fosse la conditio sine qua non del cambiamento. E anche alla luce dell’esperienza che la Cisl aveva maturato nel campo della formazione.

Ma dalla formazione, la Cisl da tempo ormai, per scelta autonoma, aveva deciso di uscire chiudendo con la gestione delle attività. “Ci eravamo illusi che la nostra uscita dallo Ial – si legge nella nota -, datata settembre 2011, potesse rappresentare una rotta da seguire sul fronte della netta separazione tra politica e gestione. Invece, è accaduto esattamente l’opposto. E negli ultimi due anni la politica, in Sicilia, ha totalmente occupato la formazione professionale regionale. Sempre, utilizzando il vecchio metodo dei prestanome: dei fedeli senza competenze, senza scrupoli. E senza alcun pudore”.

“Così, è troppo facile ora far finta di avere scoperto l’acqua calda di un immenso pozzo di San Patrizio. Di un gorgo senza fondo collegato a sprechi, corruzione e all’abuso irresponsabile delle risorse pubbliche. E troppo facile è sottrarsi a ogni discussione e al confronto sociale aperto mentre di riforma della formazione e delle società partecipate, locali e regionali, restano solo l’effetto annuncio. E qualche manifestazione di buona volontà.  Il punto, è che a pagare è sempre Pantalone. Il Pantalone costituito dagli ottomila lavoratori che, sulla propria pelle, fanno le spese dell’abnorme verminaio nascosto sotto il tappeto della formazione. E anche questo avevamo detto invocando “trasparenza coniugata con tenuta occupazionale”. E rimarcando che per le vere rivoluzioni, “non bastano denunce e annunci”.

“Quella lettera – scrive oggi la Cisl – datata 10 dicembre di un anno fa, riproponiamo ora. Non certo per dire, appunto, lo avevamo detto. Piuttosto, per “liberare – come scrivevamo – risorse dal fallimentare bilancio regionale”. E migliaia di lavoratori “dalla disperazione e dal ricatto di pratiche politiche non più sostenibili”. Solo così, infatti, “il cambiamento e la discontinuità con il passato, recente e remoto”, potranno realizzarsi “senza correre il rischio di fermarsi” alle mere attestazioni di buona volontà.

Anche Cgil e Uil intervengono oggi sul tema della Formazione. “Quello che accade nella Formazione professionale ci indigna ma non ci stupisce. Da oltre tre anni denunciamo infatti un sistema di Formazione professionale profondamente malato, macchina da soldi, fonte di sprechi e sede di malaffare, tant’è che avevamo chiesto, senza ottenere risposta, un codice etico”, sostengono in una nota congiunta Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, e Giusto Scozzaro, segretario della Flc regionale. “Oggi – aggiungono i due sindacalisti –  ci vuole una forte assunzione di responsabilità del Governo e del Parlamento  che porti a fare pulizia, il momento  è quello giusto sapendo però che non serve la demagogia perché da gestire ci sono problematiche delicate”. Pagliaro e Scozzaro osservano che c’è da rimettere in piedi un sistema sano, salvaguardando ciò che nel vecchio funziona ma non esitando a sbarrare la strada laddove c’è illegalità;  c’è da tutelare i lavoratori in un sistema la cui riforma non è più rinviabile”.

Anche la Uil interviene sul tema: “Occorre sganciare le garanzie delle retribuzioni per i lavoratori della Formazione professionale, che non hanno alcuna alternativa realista in termini di reddito, dal finanziamento degli enti in un sistema che oggi fa acqua da tutte le parti”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che spiega: “Le azioni intraprese dalla magistratura, che non sono una sorpresa, sono assolutamente condivisibili e meritano un plauso. E anche questo sindacato è del parere che il settore della Formazione vada completamente ripensato. In tempi rapidi però, perché altrimenti il rischio è che a pagarne le spese siano solo le migliaia di famiglie che vivono di questo e che quindi potrebbero essere poste sotto ricatto”. E Barone continua: “Da anni insistiamo inoltre sulla creazione di un albo unico a esaurimento che serva a garantire il personale e a evitare che in questo settore ne continui a venire immesso del nuovo come purtroppo è avvenuto sino oggi”.

 


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