PALERMO – Prima una lettera, indirizzata all’assessore alla Formazione Nelli Scilabra e al dirigente generale Anna Rosa Corsello. Quindi un incontro, con la capodipartimento, avvenuto stamattina. Un incontro che doveva essere “chiarificatore”.
Il chiarimento c’è stato solo in parte. I dirigenti infatti, alcuni giorni fa avevano inviato una nota a Scilabra e Corsello in seguito alle frasi del presidente Crocetta che aveva accusato gli stessi dirigenti del dipartimento di essere i responsabili dei ritardi nei pagamenti dei lavoratori della Formazione. Così, i dirigenti hanno preso carta e penna. Parlando del “duro attacco del Presidente della Regione siciliana” nei loro confronti. Un attacco che si è tradotto nell’accusa di “inadempimenti colposi, ritardi, negligenza e disinteresse”. Comportamenti che, secondo il governatore, avrebbero potuto finire per “ledere l’immagine della Regione, del presidente e degli enti, con minacce di possibili azioni legali nei confronti degli stessi”. Accuse che, secondo i dirigenti – e questo è sottolineato nella lettera inviata a Scilabra e Corsello – offendono “l’immagine e l’attività quotidiana dei firmatari che espletano la propria operosità tra mille difficoltà e con poche unità di personale disponibile”.
L’incontro di oggi, ha chiarito almeno un punto. I dirigenti non sembrano intenzionati a dimissioni di massa. O a gesti plateali. Anche se non si esclude qualche gesto “singolo”. Alcuni dirigenti, tra quelli maggiormente oggetto delle accuse, infatti, starebbero pensando a un passo indietro.
La Corsello, dal canto suo, nell’incontro con i dirigenti avrebbe dapprima invitato i lavoratori della Regione a “lavare i panni sporchi in famiglia”, senza rendere pubblico il malumore. Poi ha accennato alla possibiltià che alcuni dipendenti del dipartimento lavoro (anche questo è retto dalla Corsello) possano essere temporaneamente assegnati alla Formazione. Uno strumento per sbloccare i mandati. E per fare abbassare la tensione in un dipartimento che fu tra i primi oggetto delle maxi rotazioni (secondo qualcuno maxi deportazioni) di dipendenti. E che adesso si trova sguarnito. Carenze che hanno finito per pagare, ovviamente, i tanti “addetti ai lavori” del già martoriato mondo della Formazione siciliana.