"Io, una corsista imbrogliata" | "Non è vero, tutto regolare" - Live Sicilia

“Io, una corsista imbrogliata” | “Non è vero, tutto regolare”

Continua la campagna di Live Sicilia dedicata ai corsisti della Formazione professionale regionale che ancora non hanno ricevuto il rimborso per la frequenza ai corsi. Pubblichiamo oggi stralci della lettera di Giusi, che racconta la sua esperienza. Lo Ial replica.

Formazione, le denunce dei lettori
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formazione, assessorato, denunce, pagamenti in ritardo

L'assessorato alla Formazione

CATANIA- “Ho partecipato a un corso per operatore informatico presso l’Ente IAL nella provincia di Catania nel 2010”, scrive Giusi alla redazione di Live Sicilia. Ancora in attesa del rimborso dell’indennità di frequenza, scrive di essersi rivolta al servizio Rendicontazione dell’assessorato, che ha affermato “di aver corrisposto il primo anticipo e anche il secondo anticipo all’Ente. Somme che comprendono anche gli anticipi che l’Ente deve versare a sua volta ai partecipanti dei corsi. Il saldo finale non è stato corrisposto in quanto l’Ente non ha ancora presentato il rendiconto finale (generalmente non lo presenta perché sono “pochi spiccioli”). L’Ente sostiene di non aver ricevuto nessun pagamento. Ci si chiede dove sono finiti gli anticipi spettanti agli allievi?”.

Questa è una delle tante storie, giunte alla nostra redazione, di allievi dei corsi professionali organizzati dalla Regione. Giusi però fa riferimento anche ad altre presunte mancanze dell’ente nell’organizzazione del corso da lei frequentato, e si firma “Corsista imbrogliata”.

“Anche se la legge prevede la costituzione di una rappresentanza sindacale dei partecipanti ai corsi, essa non è mai stata costituita”, racconta. E ancora “Un corso privo di tutto, anche dell’idoneità della sede (l’edificio è una scuola evacuata priva della certificazione di agibilità), di strumenti (non c’erano i computer) ma soprattutto privo di formazione: i docenti navigavano in Internet sul computer della segreteria. Lo stage? Solo delle firme su un registro”. Nessun materiale didattico veniva messo a disposizione degli allievi, scrive Giusi, cui invece è stato chiesto di firmare “fogli in bianco dove il materiale sarà indicato in seguito”.

Gli allievi decidono di rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro di Catania, per richiedere un’ispezione dei locali, ma, è scritto nella lettera, viene loro risposto che “le autorizzazioni per lo svolgimento del corso sono state rilasciate dallo stesso Ispettorato in base ad una autocertificazione prodotta dall’Ente e non per visione dei locali. Si richiede una nuova ispezione da un altro ispettore il quale accerta la non idoneità della sede, redige un verbale e lo invia all’Assessorato della Formazione a Palermo, per eventuali provvedimenti”. Ma quando cerca di mettersi in contatto con l’assessorato per ricevere notizie in merito, racconta, “nessuno risponde al telefono, né al centralino né all’ufficio relazione con il pubblico né altri uffici né per posta”.

Dito puntato anche contro i docenti dei corsi: “Ma se la Regione Siciliana da mesi non li paga, come fanno a prendersi le vacanze e girare su costosi SUV? Avete mai visionato un progetto che un Ente presenta per ottenere un finanziamento? Un corso di 900 ore (cioè 150 giorni di 6 ore lavorative) costa € 115.000,00. Nel progetto si deve indicare anche l’importo spettante a un docente: € 35.000,00 (ovvero circa 70 milioni delle vecchie lire!!). Ma il docente si è dimenticato di fare le lezioni!!” . Giusi nella lettera racconta di vere e proprie lezioni fantasma, con i docenti intenti a navigare sui computer della segreteria della sede, che mostrano ai corsisti le foto di vacanze in luoghi esotici.

A replicare a queste gravi accuse è il coordinatore dello Ial Catania, Nando Accardi: “Innanzitutto la legge non prevede una rappresentanza sindacale per gli allievi. Per quanto riguarda i rimborsi, lo Ial ha ultimato la rendicontazione necessaria. Se ancora non abbiamo corrisposto i rimborsi, è perché non abbiamo ricevuto la somma riguardante gli allievi dall’Assessorato”. A proposito della inidoneità dei locali in cui si sono svolti i corsi e sulla mancanza delle apparecchiature necessarie, Accardi replica: “Siamo in possesso dei certificati di idoneità dei locali, delle perizie giurate. Nelle sedi Ial di Catania ci sono ben tre laboratori di informatica, due nella sede accreditata di Giarre e almeno uno in ognuna delle sede occasionali di Nicolosi e Paternò”.

A proposito dei docenti, Accardi nega l’entità dei compensi descritti dalla lettera:“Nessuno dei nostri docenti percepisce 35.000 euro all’anno. Lo stipendio medio (ci sono delle variazioni sulla base dell’anzianità) è quello previsto per il quinto livello della categoria, quindi circa 1500 euro al mese. Non mi risulta che nessuno guidi dei Suv, io stesso ho una normale macchina di otto anni, con 250.000 chilometri. Il nostri docenti sono qualificati, hanno un monte ore di 800 ore di lezione frontale l’anno che svolgono correttamente e con professionalità”. Secondo Accardi “è facile oggi sparare contro gli enti di formazione professionale. Se ci sono e se ci sono stati degli sprechi, non dipendono dal personale della Formazione, ma sono da addebitarsi ai piani alti della politica. Noi siamo le prime vittime, siamo stati in cassa integrazione, adesso attendiamo gli stipendi da 13 mesi. Adesso abbiamo i decreti di finanziamento dell’avviso 20 approvati, ma finora le spese di gestione e di avvio dei corsi del 2012/2013 li ha sostenuti l’ente su base regionale”.

Continuate a raccontarci le vostre storie commentando questo articolo o scrivendo a redazione@livesicilia.it. Vi preghiamo di specificare l’ente, la città e l’anno in cui avete frequentato i corsi.

 

 


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