MESSINA – “Cascio? Forse dovrebbe tacere. Se abbiamo perso queste elezioni, la colpa è soprattutto sua e degli altri palermitani del Pdl”. Santi Formica non ci sta. E risponde alle critiche lanciate dal presidente dell’Ars alla dirigenza azzurra con toni molto duri: “Se il centrodestra fosse rimasto unito, avremmo vinto le elezioni. Prima di attaccare, Cascio faccia un po’ di autocritica”.
Insomma, è “spaccatura” nel Pdl, nel lungo day after delle elezioni, che pare appena iniziato, in effetti. E se davvero non si può ancora parlare di “lacerazione” nel partito, è sicuro che la temperatura è molto alta.
“Cascio – prosegue infatti Formica – da troppo tempo scalpita, contro tutto e tutti. Ma se abbiamo perso, la causa è la divisione del centrodestra, dovuta anche al suo ostracismo nei confronti di Gianfranco Micciché. Il sottoscritto più volte – prosegue – si è speso per cercare di ricomporre le fratture. Ma è stato tutto inutile”.
Ma l’affondo del vicepresidente uscente dell’Ars non finisce qui: “Vorrei anche ricordare a Cascio, che parla di ‘piazza pulita’ per i dirigenti, che il Pdl, nonostante due scissioni, ha ottenuto solo mezzo punto percentuale in meno del Pd, che scissioni non ne ha subite”. A Formica, poi, non è andata giù nemmeno la rivendicazione di Cascio del proprio successo elettorale: “A parte il fatto che nelle scorse Regionali sono stato io, e non lui, il più votato del Pdl, Cascio farebbe bene a considerare che, ad esempio, i 4.500 voti ottenuti da Assenza a Ragusa o i 7.700 andati a Vinciullo a Siracusa, valgono molto di più dei suoi 12mila o dei miei 10mila. Forse, oggi, servirebbe un po’ più di umiltà, da parte di tutti”. Le sue diecimila preferenze, dice tra l’altro Formica, avrebbero un peso maggiore dei voti ottenuti da Cascio a Palermo: “La provincia di Messina è diversa da quella del capoluogo. E a proposito di questo, vorrei rammentare a Cascio che io sono stato il primo a indicare Nello Musumeci come candidato presidente. Come si fa oggi a sollevare dubbi sul sostegno del Pdl a Musumeci nel mio collegio? Anzi – prosegue Formica – la nostra lista ha pagato anche il fatto che nessun messinese abbia trovato posto nel listino del presidente. In quel caso, gli altri candidati si sarebbero sentiti più motivati, considerata la possibilità di arrivare all’Ars anche giungendo terzi. E avremmo ottenuto anche un risultato migliore”.
Ma lo sguardo di Formica non è rivolto soltanto verso le elezioni ormai andate: “Non condivido nemmeno l’atteggiamento di Cascio nei confronti del nuovo governatore. Io sono d’accordo per lavorare a una specie di ‘governo dei migliori’, composto da gente esperta, competente. Ma Cascio sbaglia a ‘offrirsi” a Crocetta. Dovrà essere semmai interesse del nuovo presidente della Regione quello di formare un esecutivo in grado di rispondere alle gravi emergenze che sta affrontando la Sicilia. Se le cose andranno bene, infatti, la gente dirà ‘viva Crocetta’. Se andranno male, però, dirà ‘abbasso Crocetta”. E penso che lui voglia evitare questa eventualità”.
Non manca una stoccata al segretario nazionale Angelino Alfano, difeso invece da Cascio. “Non mi sento di assolverlo in pieno. E non perché abbia perso le ultime due elezioni in Sicilia, ma perché non è stato capace – spiega– di evitare la rottura con Miccichè. Cascio dice che è stato il leader di Grande Sud a fare un passo indietro dopo avere indicato Musumeci? Forse dimentica che lui per primo ha detto che non avrebbe partecipato alla competizione elettorale nel caso di una candidatura di Micciché alla presidenza, e che rimaneva nel Pdl solo per l’amicizia personale con Angelino Alfano. Insomma, la sconfitta alle ultime regionali ha un’origine precisa: Palermo. E Cascio, quindi, è uno dei maggiori responsabili”.