Una gang forniva documenti falsi | per i permessi di soggiorno: 6 arresti - Live Sicilia

Una gang forniva documenti falsi | per i permessi di soggiorno: 6 arresti

I destinatari dei provvedimenti cautelari

di VALENTINA FRASCA Sei arrestati: cinque ai domiciliari, mentre un cittadino cinese è finito in carcere. Gli immigrati arrivavano a Ragusa da ogni parte d'Italia.

RAGUSA – E’ stata denominata “Jià”, che in lingua cinese vuol dire “falso”, l’operazione della squadra mobile di Ragusa e della Dda di Catania che questa mattina ha portato all’arresto di sei persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di violazione dell’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione e della realizzazione dei documenti falsi: contratti di lavoro e di affitto di abitazioni o attestanti un reddito, necessari per avviare le pratiche per il ricongiungimento familiare e il rilascio dei permessi di soggiorno.

L’organizzazione, con a capo il cittadino cinese Zhu Qiyin, 57 anni, era ben nota agli immigrati che a Ragusa arrivavano da ogni parte d’Italia. Un viavai talmente imponente e incessante da insospettire gli inquirenti, che hanno fatto scattare le indagini circa un anno fa. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Catania. All’interno di questa organizzazione ognuno aveva un compito ben preciso e ogni pratica fruttava dai sette ai novemila euro per un giro d’affari stimato approssimativamente in un milione di euro.

Qiyin rappresentava l’elemento di congiunzione tra il pubblico e il privato ed è l’unico finito in carcere perchè sussiste un reale pericolo di fuga. L’uomo, infatti, quando questa mattina è stato bloccato, era in procinto di prendere un aereo per Pisa e pare volesse tornare in Cina. Agli arresti domiciliari sono finiti Antonio Di Marco, ragusano di 44 anni considerato dagli inquirenti “la mente del gruppo”, ex imprenditore agricolo che avrebbe realizzato le buste paga false degli immigrati o trovato loro datori di lavoro altrettanto falsi o all’oscuro di tutto; l’ex presidente del Comiso Calcio Salvatore Di Stefano, 54 anni, finto datore di lavoro e delegato al ritiro delle pratiche, aveva anche il compito di trovare i proprietari delle case da fare risultare in affitto agli immigrati; gli imprenditori agricoli, padre e figlio, Giuseppe e Giovanni La Terra, comisani di 69 e 46 anni, che redigevano falsi contratti di affitto nei loro immobili e falsi contratti di lavoro nella loro impresa, avrebbero falsificato le buste paga e si sarebbero occupati di ritirare i documenti e i nulla osta.

Fondamentale era l’appiglio con l’Asp di Ragusa e il tramite, che secondo gli inquirenti sarebbe stato rappresentato da Giorgio Cappello, tecnico di prevenzione ragusano di 51 anni: avrebbe effettuato le false attestazioni dell’idoneità igienico-sanitaria degli immobili. Anche lui è finito ai domiciliari. Tutti e sei sono incensurati e operavano sull’intera provincia iblea ma principalmente nei territori di Santa Croce Camerina e Ragusa.

 


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