E se la pantera fosse stata soltanto l’artefice inconsapevole di una sorta di allucinazione collettiva? “La suggestione emotiva esiste e comporta un errore di percezione della realtà”, parola di Marco Barone, psicologo palermitano. LiveSicilia ha chiesto il parere dell’esperto, che non esclude l’ipotesi della suggestione, ma che consiglia anche di non lasciarsi prendere dal panico nel remoto caso di incontro col gattone.
Dottor Barone, ma la pantera è vera o ce la siamo sognata tutti?
“Potrebbe anche essersi trattato di suggestione, è difficile da dire, ma non è da escludere a priori. Personalmente mi è anche capitato di incontrare, diversi anni fa, un leopardo. Era dei vicini di casa di un mio amico, a San Martino delle Scale. Ma la pantera, chissà. Certo, gli avvistamenti sono stati numerosi, quindi nel caso specifico è difficile stabilirlo. Di certo la suggestione collettiva è un fenomeno di contagio emotivo che esiste, e che comporta un errore di percezione della realtà che ci circonda”.
Cosa consiglia per evitare il panico in caso di avvistamento della pantera?
“Bè, le reazioni possono essere diverse. È chiaro che bisogna mantenere la calma. Mi è capitato di avere in cura un paziente rimasto traumatizzato per avere aperto la gabbia di un boa, da piccolo. In quel caso ovviamente si scatenò il panico tra i presenti, visto il pericolo. In generale il consiglio è quello di mantenere la calma ed evitare di farsi notare. Ho letto, per esempio, di una testimone che racconta di avere avvistato la pantera e di essere scesa dalla sua macchina. Ecco, quello è il genere di atteggiamenti che sicuramente vanno evitati. Poi, ripeto, davanti a situazioni di forte stress le reazioni sono assolutamente soggettive. L’importante è cercare di non perdere il controllo”.
Abbiamo già parlato di pantere, leopardi, serpenti boa. È solo una moda? Perché tenere animali esotici in casa, spesso in cattività?
“Sì, sicuramente è un fenomeno in continua crescita, ma non va dimenticato che anche nell’antica Roma i romani tenevano con sé animali esotici. Il picco più alto si registra nell’800. È a cavallo tra il XIX e il XX secolo che nascono i maggiori zoo d’Europa e si diffonde la cultura circense. Credo che, da una parte, si tratti del desiderio di esibire qualcosa di diverso, di particolare, qualcosa che gli altri non hanno”.
E poi?
“Dall’altra parte c’è una componente dettata dal senso del potere, dalla capacità da parte del padrone di dominare un animale feroce, spesso è questo che porta a tenere in casa il leopardo, il cucciolo di coccodrillo, o anche un rottweiler. Solo che, di fatto, non sempre l’uomo è in grado di dominare questi animali. Così, oltre ai tanti appassionati, molti dei quali cercano di ricreare gli habitat naturali degli animali, molto spesso la situazione sfugge di mano, gli animali scappano o vengono abbandonati”.
C’è un metodo meno pericoloso per ‘saziare’ questa voglia di potere, in alternativa al tenere una pantera in casa?
“Viviamo in una società competitiva e consumista, dove l’ostentazione del potere è sempre più ricercata. È un po’ come con le auto, no? La gente compra automobili potentissime e poi a Palermo si cammina a 30 km all’ora. Forse questo desiderio di potere potrebbe essere canalizzato nello sport, per riscoprire quella sana competizione che abbiamo un po’ perso ai nostri giorni”.