L’ultimo commiato, annunciato, è stato quello di Nino Minardo. Il deputato modicano ha salutato la compagnia formalizzando il suo transito alla Lega, dopo un incontro con Matteo Salvini e Stefano Candiani. Un cambio di maglia che era già nell’aria, visto che Minardo si muoveva nell’orbita del Carroccio da un pezzo. Tanto da avere svolto nelle scorse settimane il ruolo di pontiere tra i leghisti e Gianfranco Micciché, per siglare un armistizio dopo un anno e mezzo di polemiche e insulti.
Ma l’uscita da Forza Italia del parlamentare nazionale di Modica è solo l’ultima di una serie ormai lunga. Una serie che ha visto perdere pezzo dopo pezzo diversi pezzi da novanta del partito di Berlusconi, per lo più migrati sotto gli scudi del sovranismo. Un fenomeno che ha riguardato soprattutto la Sicilia orientale.
Prima di Minardo, dal Sud Est si erano sganciati i Cannata brothers: Rossana, deputata regionale, e il fratello Luca, sindaco di Avola, destinazione Fratelli d’Italia. Un allontanamento maturato a poco a poco e consumatosi definitivamente in occasione delle ultime elezioni europee, con la candidatura del sindaco con la Meloni e il successivo cambio di gruppo della sorella all’Ars. In Fratelli d’Italia poco prima era approdato il sindaco di Catania Salvo Pogliese, insieme a Basilio Catanoso e vari amministratori locali. Una scissione quella di una certa consistenza, che ha coinvolto l’ala proveniente da An ma non tutta. È rimasto ad esempio Marco Falcone, assessore regionale, che a Catania si sta dando da fare per puntellare il partito dopo l’abbandono di Pogliese. Che maturò in aperta polemica con Micciché, in particolare per la gestione delle candidature alle Europee, quando Catania rimase sguarnita.
Più o meno nello stesso periodo, da Messina aveva salutato Luigi Genovese. Il figlio di Francantonio, deputato regionale, aveva mollato il gruppo di Forza Italia per aderire a quello di Ora Sicilia, l’esperimento paraleghista architettato nell’entourage musumeciano che però è rimasto un progetto alquanto incompiuto. E dire che candidando il giovane Luigi, Micciché si era esposto e parecchio. Ma tant’è.
E questi sono gli addi pesanti maturati in questa legislatura. Poco prima del voto per le Regionali se ne erano andati Giorgio Assenza, ancora un nome di peso del Sud Est, transitato in Diventerà Bellissima, e Vincenzo Figuccia, che in rotta con Micciché ha traslocato nell’Udc, per sparare a giorni alterni ad alzo zero contro il commissario forzista, non lasciandosi scappare alcun pretesto.
Insomma, l’esodo pezzo dopo pezzo prosegue da due anni. Eppure, malgrado tutto, alle ultime Europee Forza Italia ha più che tenuto, ottenendo risultati che comparati al resto d’Italia sono egregi. Una tenuta che ha avuto come principale ingrediente l’apertura della lista forzista anche a mondi non interni al partito, dal sindaco di Messina Cateno De Luca ai centristi di Saverio Romano e all’Udc. Ed è in questa chiave che i forzisti siciliani cercano adesso di attrezzarsi per tenere botta. Domani a Caltanissetta i berlusconiani si riuniscono con la regia di Michele Mancuso e nel comunicato che presenta l’evento con Gianfranco Micciché si specifica appunto che “oltre ai vertici del partito, all’evento parteciperanno numerosi ospiti provenienti dal mondo della società civile, per dare vita a un laboratorio di idee e partecipazione che rilanci l’azione del movimento azzurro”. Allargare è la parola d’ordine. Prima che l’esodo svuoti Forza Italia.