Onorevole Stefania Prestigiacomo, quella legge contro l’inquinamento votata dall’Ars proprio non le è piaciuta. Eppure era proposta dal capogruppo di Forza Italia. Cosa non andava?
“Credo di avere un briciolo di titolo per dire qualcosa al riguardo. L’iniziativa, magari, parte da buoni propositi, ma su questi temi bisogna muoversi con competenza e all’interno del quadro normativo europeo e nazionale, non è ammesso che si possa improvvisare. Si poteva approvare una mozione per impegnare il governo ad applicare le norme esistenti che fissano già, limiti, controlli e sanzioni, ma la Regione non può legiferare su questi temi ”.
Intanto, lo ha fatto…
“A me ha fatto enormemente dispiacere ricevere una telefonata profondamente allarmata alle otto di mattina da Confindustria. Forza Italia rappresenta il mondo produttivo. Mi sono dovuta dissociare. Forza Italia non può inseguire la demagogia grillina e non professa una politica anti industriale. Noi siamo nati per rappresentare il mondo produttivo nelle istituzioni. E poi, li abbiamo visti al governo i 5 stelle, dovevano chiudere l’Ilva, ora che governano si sono resi conto che è un asset strategico irrinunciabile, dovevano fermare la Tav e hanno capito che non si può fermare lo sviluppo del Paese. È stato uno scivolone per Forza Italia, se ci fosse stato un confronto poteva essere evitato”.
A proposito di confronto, lei ha lamentato che in Forza Itala ce n’è troppo poco.
“Se ancora mi prendo la briga di fare questi interventi è perché ho ancora tanto entusiasmo e credo che ci sia un enorme spazio politico per Forza Italia. Ma dobbiamo cambiare passo. La Sicilia è sempre stata per noi la regione più brillante elettoralmente, ma serve tornare a impegnarci sulle tematiche concrete dopo un ampio confronto al nostro interno. A me l’altro giorno hanno fatto una battuta: ‘Dobbiamo aspettarci un reddito di cittadinanza ‘rreggionale’ proposto da Forza Italia?’. Attenzione a inseguire i populisti…”.
Però qualche giorno fa si è riunito per la seconda volta, dopo mesi, l’ufficio politico regionale di Forza Italia e lei non c’era.
“Quell’ufficio si era riunito una volta, la prima, alla quale ho partecipato. Erano state decise delle cose e poi si è agito all’opposto, quindi mi si mi sono dimessa. Bisogna capire che Forza Italia non è appannaggio di nessuno. È indispensabile riannodare il rapporto tra esponenti nazionali e regionali. Il partito è unico. Semplicemente è indispensabile stabilire una rotta, che però, non vedo. Mi piacerebbe svolgessimo un ruolo di primo piano nel determinare l’agenda di governo della regione per affrontare i temi veri che opprimono i territori e che interessano la gente. Sono felice di aver ritrovato un rapporto con l’assessore Razza, ma ho trovato assurdo dover organizzare un sit-in sotto il suo assessorato per far comprendere i problemi della sanità di Siracusa quando in giunta siede un assessore siracusano. C’è qualcosa che non va. E se non va si interviene. Io continuo ad impegnarmi perché non ci siano ‘periferie’, ogni territorio vuole sentirsi protagonista ed è giusto”.
Parla della sua area?
“Nel Sudest il Movimento 5 stelle ha fatto il pienone di voti. Lì è montata la rabbia perché non c’è stato nessun ascolto dei problemi. Io credo che lo spazio politico per Forza Italia sia ancora importante, ma sembra quasi che ci sia qualcuno che aiuti gli esponenti di Forza Italia a trovare posto negli altri partiti. Bisogna cambiare passo”.
Bisogna cambiare il vertice?
“A Gianfranco mi lega un rapporto solidissimo di 25 anni, in questa fase, però, c’è un corto circuito politico tra noi, spero sanabile. Sento che i parlamentari nazionali vengono accusati di non avere le preferenze, sinceramente, io percepisco una libertà nell’esercizio del mio mandato che mi ha forgiato come parlamentare in maniera un po’ diversa. È un’altro sistema elettorale, un altro mondo se vuole. Ma perché Forza Italia torni a crescere è il voto d’opinione che dobbiamo recuperare, non basta quello d’apparato. Se no si diventa il ‘Ccd’ o giù di lì. Credo sia indispensabile un raccordo tra le varie anime del partito, in particolare tra la deputazione nazionale e quella regionale”.
Che ne pensa del nuovo corso di Micciché nei confronti di Salvini?
“Noi siamo saldamente nel centrodestra, ma il messaggio di Forza Italia è diverso da quello della Lega e di Salvini. Io credo che gli eccessi da una parte e dall’altra pro o contro, non aiutino. Sul tema dell’immigrazione pensiamo esattamente come la Lega che sia un problema di cui l’Europa si deve far carico assieme a noi, ma trattenere in ostaggio persone in acque italiane di fronte ai nostri occhi, stivate peggio delle bestie per noi è e sarà sempre disumano: intanto li fai sbarcare e poi si ricollocano. Credo che Salvini questo approccio machista lo stia pagando”.
Lei non crede alla “svolta moderata” di Salvini?
“Salvini è Salvini e deve fare Salvini. Penso che non ci crederebbero i suoi elettori. Ma il centrodestra per essere maggioritario deve essere ‘centro-destra’. In Calabria Santelli ha vinto perché lì si percepiva la coalizione. La destra-destra non va, checché ne dicano i sondaggi. Ed è sbagliato pensare di cannibalizzare i nostri dirigenti locali, ognuno deve svolgere il suo ruolo”.
Col proporzionale cambierebbero le cose.
“Dovremmo accentuare le differenze”.
È cambiata la sua valutazione del governo Musumeci?
“Personalmente stimo Musumeci, il gradimento per la sua persona rimane altissimo in Sicilia. Bisogna però affrontare i problemi strutturali e sono rimasti lì. Non mi piace vedere tutti questi commissariamenti dopo due anni, questo stallo sulle società partecipate. Accorpiamole, semplifichiamole, affidiamole a veri manager. Su alcuni temi importanti vorrei percepire un messaggio più forte e chiaro. Se Musumeci deve rivedere la sua giunta lo faccia presto e con figure che ci facciano ripartire con più grinta. La Sicilia ha una gran voglia di crescere”.