PALERMO – “Chi occupa posti di questa responsabilità, dovrebbe essere un po’ più preciso nel fornire i dati, specie se coinvolgono la reputazione e la credibilità altrui”. Alberto Veronesi replica così alle dichiarazioni della Sovrintendente della Foss Ester Bonafede.
“Io non ero un consulente – dice Veronesi – ma il direttore musicale dell’ente, figura prevista per legge, in virtù di un concorso pubblico, e il mio compenso era di 78mila euro l’anno, quindi circa 5800 euro al mese lordi, a cui si aggiungevano i cachet degli spettacoli diretti secondo un prezzo di mercato, che erano parte della programmazione e non costituivano uno spreco perché andavano comunque pagati a me o a qualcun altro. Quando è diventato presidente Titto Bufardeci, ho ridotto il mio stipendio e poi cancellato nonostante il contratto per sensibilità verso i problemi economici della fondazione. I problemi sono sorti con la trasformazione dell’ente in fondazione e con il turn over, ma mi sembra strano che l’architetto Bonafede mi additi come esempio di strane consulenze.”.