Fra i cenciaioli in protesta |"Da 4 anni chiediamo diritti" - Live Sicilia

Fra i cenciaioli in protesta |”Da 4 anni chiediamo diritti”

Sit-in a Palazzo delle Aquile. "Dal 2010 siamo abbandonati a noi stessi e non sappiamo cosa fare, abbiamo delle famiglie a cui vorremmo assicurare una vita dignitosa".

PALERMO – Un sit-in di protesta e disperazione quello che dalle 7,30 di stamattina ha luogo a Palazzo delle Aquile e che vede come protagonista una piccola delegazione di cenciaioli, ex dipendenti della Cooperativa Sociale Apas. A essere rimasti disoccupati sono infatti in 85 ma a manifestare oggi sono soltanto una decina. In tre, si trovano addirittura sul tetto dell’edificio. Un gesto estremo, che vuole attirare l’attenzione del sindaco su una situazione ormai ferma da quattro anni. “Siamo fermi dal 2010, da quando, dopo un rapporto lavorativo con l’Amia durato soltanto tre mesi, ci hanno detto che il nostro lavoro non era più necessario – spiega Giuseppe Saladino, ex lavoratore Apas – Vogliamo soltanto far valere i nostri diritti, vogliamo tornare a lavorare. Non andremo via finché il sindaco non sarà disposto ad ascoltarci”.

I cenciaioli nascono infatti come raccoglitori ambulanti di materiali ferrosi, che per anni hanno lavorato autonomamente con i loro mezzi, per raccogliere prodotti di scarto in giro per la città. Fino a quando, a seguito del decreto sull’emergenza rifiuti, varato dal governo nel 2008, la loro attività è diventata illegale. Nel 2009 una convenzione sottoscritta con l’Amia sembrava aver risolto le cose, ufficializzando il il lavoro di questi 85 lavoratori ma l’accordo è durato soltanto tre mesi e, da gennaio 2010, queste persone si trovano senza un’occupazione. “Siamo abbandonati a noi stessi e non sappiamo cosa fare, abbiamo delle famiglie a cui vorremmo assicurare una vita dignitosa – continua Saladino – ma ancora nessuno si è mosso e, da quattro anni, la situazione rimane invariata”.

Nel primo pomeriggio, i vigili del fuoco hanno raggiunto Palazzo Pretorio e applicato la procedura standard di soccorso. Gli operatori del 115 hanno infatti immediatamente riposto ai piedi dell’edificio un cuscino ad aria e in seguito hanno domandato ai manifestanti di scendere dal tetto. Nulla da fare però, la protesta va avanti.

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