"La cocaina dei ricchi è grave come il crack a Ballarò"

“La cocaina dei ricchi è grave come il crack a Ballarò”

Gli ultimi casi di cronaca. Parla il papà del ragazzo stroncato da una overdose.

“La cocaina dei ricchi è grave come il crack a Ballarò. Non è un fenomeno che può essere sottovalutato o liquidato con una alzata di spalle. Si tratta di una cosa, ripeto, gravissima”. Francesco Zavatteri è il papà di Giulio, ucciso dal crack a diciannove anni. E’ un uomo che sta cercando di costruire, con il suo dolore atroce, la speranza di tutti. E’ lui che si sta battendo affinché a Ballarò, piazza di spaccio, nasca ‘La casa di Giulio’, un centro a bassa soglia per chi è vittima della dipendenza da stupefacenti.

Francesco, tra una riunione in assessorato e il lavoro nella sua farmacia, ha letto la cronaca disponibile. Ha letto dello scambio di droga – ci sono indagini in corso – tra un noto chef e un uomo vicino alle istituzioni regionali, licenziato dopo la comparsa della notizia. Non entra nel merito dell’inchiesta, ma parla a un mondo che, in parte, forse, sta minimizzando l’accaduto.

“Io penso che c’è la tentazione di liquidare il giro di droga, a livello di cosiddetta alta società, come un costume certamente non bello, ma nemmeno tremendo – dice -. Invece è un fatto gravissimo, non una semplice circostanza privata. Intanto, lo affermo con cognizione di causa, essendo farmacista, dalla cocaina deriva il crack, quindi stiamo parlando di una sostanza altrettanto devastante. Poi, a prescindere dall’inchiesta che avrà i suoi sviluppi, chi spaccia, o a Ballarò, o in una strada residenziale, condivide le stesse enormi responsabilità. Si vende droga e si porta avanti un commercio i cui fili sono tirati dalla mafia. Questo lo sanno tutti. Oltretutto, si manda un pessimo messaggio ai ragazzi che vanno educati e, in definitiva, salvati”.

E’ una analisi indiscutibile che non rivolge alla singola vicenda e ai suoi protagonisti, protetti da un garantismo necessario, ma al contesto. Sono parole che affrontano la vaghezza di alcuni commenti social, o in altre sedi, più o meno sussurrati. Come se, a certi livelli, quello che è imperdonabile altrove si alleggerisse improvvisamente di un peso. Lo dice, il dottore Zavatteri, con la nettezza che abbiamo imparato ad apprezzare: “La cocaina dei ricchi è grave come il crack a Ballarò”.

Il progetto della ‘Casa di Giulio, nel frattempo, procede. C’è stata una riunione con l’assessore alle Attività sociali, Rosi Pennino, che ha convocato un tavolo tecnico. Si aspetta l’individuazione di un immobile, di un posto fisico a Ballarò, per avviare una più precisa attività di contrasto. E poi si partirà. (rp)


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