PALERMO – Distrutta dalle fiamme, inutilizzabile. “Avrei preferito non sapere che fine aveva fatto o ritrovarla smontata”. Queste le parole di Gianluca Calì, di fronte al ritrovamento, avvenuto ieri, di una delle auto rubate dalla sua concessionaria a fine aprile: “Già – dice – perché ho sperato fino all’ultimo si trattasse semplicemente di un furto, ma per l’ennesima volta mi rendo conto che dietro queste azioni c’è sempre di peggio. Mi tornano in mente le minacce, quelle parole utilizzate: “Non vi spaventate che vi bruciano le macchine? Che ve le rubiamo?”, mi dissero. Bruciarmele lo hanno fatto, rubate anche. Ma di una cosa sono più che certo, io non mi spavento”,
Calì, che ha denunciato i suoi estorsori nel 2009, ha ricevuto da allora una raffica di intimidazioni. Incendi, telefonate anonime, furti. Nel mirino lo scorso 22 aprile è finita ancora una volta la sua concessionaria d’auto di Altavilla Milicia, quando la macchina trovata ieri bruciata dai carabinieri, una Audi A3, è stata rubata insieme ad una Bmw, tra l’altro già venduta e in fase di consegna ad un poliziotto. Quella notte ad entrare in azione nell’attività commerciale furono cinque uomini:
“Hanno agito indisturbati – dice Calì – sono rimasti quaranta minuti dentro nonostante l’allarme, che ormai da giorni veniva fatto appositamente andare in tilt. L’auto ieri è stata trovata dai carabinieri in provincia di Caltanissetta, non ho idea del motivo per cui sia stata portata lì. Di certo c’è che non si trattava soltanto di un furto, ma dell’ennesimo tentativo di colpirmi. Io non mi fermo – dice Gianluca Calì – continuo a vivere nell’ottica della legalità, a lavorare onestamente. Sono sicuro che saranno individuati, le forze dell’ordine ed i magistrati dimostreranno a questa gente che non è più tempo di rimanere impuniti”.