Fucilate alla piana, le prime indagini e l'arresto del custode - Live Sicilia

Fucilate alla piana, le prime indagini e l’arresto del custode

Esaminato un detective della Squadra Mobile di Catania.
CORTE D'ASSISE DI SIRACUSA
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SIRACUSA – Procede a ritmi serrati il processo per il duplice omicidio della piana del febbraio 2020, in cui hanno perso la vita Massimo Casella e Gaetano Saraniti. Venerdì scorso, davanti alla Corte d’Assise di Siracusa, è stato esaminato uno degli investigatori della Squadra Mobile di Catania.

Il detective ha parlato delle indagini avviate immediatamente dopo la notizia nella notte dell’arrivo al Pronto Soccorso del Garibaldi di Gregorio Signorelli, sopravvissuto alle fucilate negli agrumeti di Lentini. Il poliziotto precisamente, rispondendo alle domande del pm, ha ricostruito come sono riusciti a chiudere il cerchio sul custode degli agrumeti Giuseppe Sallemi, imputato per omicidio insieme a Luciano Giammallaro. I due avrebbero imbracciato un fucile e fatto fuoco: colpendo i tre mortalmente. Signorelli si è salvato perché è riuscito a nascondersi e chiamare aiuto con il cellulare.

La pista sarebbe stata aperta dopo le dichiarazioni della moglie di Signorelli che ha raccontato alla polizia catanese che il marito la sera fosse andato a raccogliere arance ed ha citato “Giuseppe di Scordia”. Una volta interrogato Sallemi, i familiari di Saraniti e Casella sono andati a Lentini a cercare i loro congiunti che non sono rientrati. Ed è stato dopo alcune ore di ricerche che hanno trovato i due cadaveri tra i cespugli e i canali.

Il processo continuerà a luglio con l’esame di altri testi dell’accusa. Il dibattimento promette sorprese.

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