Le lacrime per Loredana | Preghiere per l'assassino - Live Sicilia

Le lacrime per Loredana | Preghiere per l’assassino

Giuseppe Lanteri

Il delitto di Avola e l'omelia coraggiosa di don Maurizio.

Forse, ‘perdono’ è una parola troppo grossa, fuori registro, perché nessuno ha il diritto di pronunciarla, se non le vittime. E perché è diventato un luogo comune del giornalismo incline alla sciatteria: ficcare il microfono sotto il naso di qualcuno che ha patito l’orrore, domandando, a bruciapelo: “Lei perdona?”.

Forse non era nemmeno una preghiera, anche se la chiamiamo così, per la similitudine. Era una frase del sacerdote, di don Maurizio Novello, che, celebrando il funerale di Loredana Lopiano, strappata alla vita da un brutale omicidio, ha detto: “Il Signore possa cambiargli mente e cuore. Conversione per chi compie, copre e giustifica il male in questo paese”.

Era – racconta chi c’è stato – un riferimento a Giuseppe Lanteri, il presunto assassino, secondo la cronaca fin qui disponibile, che ha confessato, ma non ha saputo rintracciare lo straccio di un movente. C’è solo una nebbia di sangue, intorno a quella mattina di qualche giorno fa ad Avola. Nitida è, tuttavia, la ricostruzione di chi indaga. Giuseppe, che ha avuto una relazione con una delle figlie di Loredana, si presenta a casa della sua ex; entra su invito di colei che di lì a poco sarebbe stata assassinata a coltellate. In rapida sequenza, il massacro, la fuga, la cattura sugli scogli del lungomare.

Un’azione atroce che scatena la collera del web. In poche ore, la bacheca social di Giuseppe Lanteri, che si mostra come un ragazzino dallo sguardo malinconico di diciannove anni, viene sommersa da frasi che auspicano punizioni feroci. E’ la calamita della violenza che attira l’odio, la distratta voglia di forca di chi si trova a passare per caso.

Ma il funerale di Loredana, stamattina, ha indicato la direzione giusta del dolore. Una cerimonia gentile a confermare il profilo di una famiglia sconvolta che non ha rinunciato alla sua umanità, nonostante tutto. Era caposala in un reparto oncologico, Loredana Lopiano, dava conforto alle anime e ai corpi. Chi la amava e non smetterà di amarla si rispecchia in lei. Non c’è memoria più forte di questa.

Chi c’era, racconta che, mentre don Maurizio invitava alla conversione, nessuno ha abbozzato un gesto di insofferenza. Nemmeno per quelle parole coraggiose e scomode, quasi una preghiera per l’assassino. Quelle parole così difficili per chi è stato percosso e distrutto. Quelle parole pronunciate per chi, sanguinante nel profondo di sé, non ha rinunciato al suo cuore.

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