CATANIA – Sarà una città ancora smarrita, quella che si riunirà oggi pomeriggio per salutare Santo Re. Una Catania che ancora non ha avuto la risposta alla più semplice e potente delle domande: perché?
I funerali
Il giovane Santo Re, pasticciere con una figlia di due mesi, è morto accoltellato da un parcheggiatore abusivo originario dello Zimbabwe, cadendo sotto diverse coltellate a pochi passi da dove lavorava, il bar Quaranta di Ognina. Famoso il locale, famosa la zona. Frequentata da tutti i catanesi. Che sono rimasti senza parole, non riuscendo a spiegarsi un gesto tanto efferato quanto crudo per il modo in cui è avvenuto, a sangue freddo e in un luogo zeppo di testimoni.
I funerali serviranno forse per fare posare la polvere, e lasciare parlare il sistema della giustizia, che nel frattempo ha iniziato a fare il suo corso. L’ultimo abbraccio della città a Santo Re sarà alle 16:30 nella cattedrale di Sant’Agata. La Diocesi ha predisposto un servizio di trasmissione della cerimonia sui suoi canali Youtube e Facebook.
Le indagini
Nel frattempo gli investigatori della Squadra mobile continuano le indagini sull’omicidio di Ognina. Che l’autore dell’assassinio sia stato John Obama, irregolare con diversi trascorsi violenti alle spalle che ogni tanto si improvvisava parcheggiatore nel quartiere, sembrano esserci pochi dubbi: l’uomo è stato arrestato in flagranza e sono tantissime le testimonianze, di persone sul luogo e di videocamere, che indicano proprio in lui il responsabile dell’uccisione.
Secondo le ricostruzioni, il parcheggiatore avrebbe atteso Santo Re sulla rampa per il porticciolo di Ognina. Quando il giovane pasticciere è arrivato, alla fine di una giornata di lavoro, l’aggressore si è scagliato su di lui con un coltello.
Sul perché sia avvenuto tutto questo continua a esserci il mistero. Durante il primo interrogatorio John Obama si è avvalso della facoltà di non rispondere, e non risultano al momento motivi di scontro tra lui e la sua vittima. I due si conoscevano, perché nel quartiere tutti conoscevano John Obama, e a volte i dipendenti di Quaranta gli davano anche qualcosa da mangiare. Il che rende ancora più dolorosa quella domanda inevasa: perché?