Evasore con la Porsche | "Non c'entro e lo dimostrerò" - Live Sicilia

Evasore con la Porsche | “Non c’entro e lo dimostrerò”

Secondo la Finanza, Vincenzo Favaloro ha dichiarato al fisco un euro all'anno a dispetto di incassi reali per un milione. Il ristoratore di Sferracavallo non ci sta e replica ai nostri microfoni. Il suo nome era in un pizzino dei mafiosi: "Ho patteggiato, ma non ho mai pagato il pizzo".

IL RISTORATORE DI SFERRACAVALLO
di
2 min di lettura

PALERMO – “Prego si accomodi”. Un ragazzo indica la scala e ci invita a salire al primo piano della palazzina di Sferracavallo. Gli odori ci guidano fino alla cucina. Ai fornelli c’è Vincenzo Favaloro.

Fino a ieri era un cuoco di discreta fama con qualche apparizione in Rai alla “Prova del cuoco” e alcuni clienti famosi. Oggi, oltre ad essere il titolare del ristorante “Alla Corte dei Normanni” è anche, suo malgrado, uno dei più noti evasori fiscali della città.

La Finanza ha scoperto che nel 2009 e 2010 ha dichiarato al fisco un euro all’anno. Avrebbe nascosto all’erario oltre un milione, evadendo imposte per 200 mila euro. Da qui il sequestro preventivo per equivalente dei beni intestati o comunque riconducibili al commerciante, tra cui una Porsche Cayenne e una Yamaha Dragstar. I beni vengono congelati in modo che, se le accuse dovessero essere confermate, lo Stato potrà andare subito all’incasso.

“La finanza ha fatto il suo lavoro – spiega Favaloro – adesso l’Agenzia delle entrate, che invito gentilmente a fare in fretta, accerterà se sono un evasore”. Il ristoratore pronuncia queste parole con la serenità di chi sa, dice, di “avere fatto tutte le ricevuti e gli scontrini fiscali”. Che però, secondo l’accusa, non sarebbero stati inseriti nella contabilità. “Se ho sbagliato pagherò – aggiunge -. L’errore che ho commesso è stato quello di fare solo il cuoco e di occuparmi della gestione manuale del locale e non di quella amministrativa”. Qualcun altro – il suo contabile – e non lui, a suo dire, potrebbe avere provocato il patatrac.

Parole in linea con quelle del suo difensore, l’avvocato Fabrizio Biondo: “All’accertamento della Guardia di Finanza sono stati allegati dei prospetti contabili in cui sono state fatte rilevare delle spese, tenendo conto delle quali non vi sarebbe reato. Di queste spese non si è potuto tenere conto in ragione di una particolare procedura di accertamento che i militari della finanza hanno utilizzato. Davanti al Tribunale faremo valere le nostre ragioni”.

Favaloro è sicuro che uscirà pulito dalla faccenda, ma sin d’ora non ci sta a passare per l’evasore fiscale che se ne va in giro con la Porsche.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI