Gaspare e i suoi fratelli - Live Sicilia

Gaspare e i suoi fratelli

La corruzione diffusa
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Garantisti, sì. Ma il quadro che si va delineando nell’affare Vitrano è preciso. L’onorevole del Pd resta in carcere. E le parole dei soggetti coinvolti dicono benissimo il contesto. Le parole sono pietre aguzze. “Queste due persone, l’onorevole Vitrano e l’onorevole Bonomo… che hanno veicolato la cosa, c’era un patto chiaro, ci guadagnavano tutti, tutti d’ accordo, tutti d’amore e d’accordo”. Testo e musica dell’ingegnere, cioè di Pier Giorgio Ingrassia. Così spiegava all’imprenditore che ha denunciato il tentativo di concussione prima dell’arresto suo e del deputato regionale Gaspare Vitrano chi fossero i “personaggi politici della cui rilevanza non poteva avere idea”. L’Ansa ieri ha lanciato le intercettazioni telefoniche e ambientali contenute nel verbale di arresto di Ingrassia e Vitrano esaminato dal gip che ha ordinato la custodia cautelare in carcere per i due indagati. Il deputato regionale Api Mario Bonomo, cui si fa riferimento nell’intercettazione non risulta al momento indagato, ma il tempo verosimilmente scorre anche per lui. Dalle intercettazioni – sottolinea l’ANSA – emerge un patto fra l’ex socio dell’imprenditore che ha denunciato e Ingrassia. Grazie all’interessamento del deputato del Pd avrebbero snellito le pratiche dei cantieri per gli impianti fotovoltaici. L’imprenditore aveva raccontato agli inquirenti che il 24 febbraio Ingrassia, ingegnere alle sue dipendenze e direttore dei lavori nei cantieri di Roccamena e Francofonte, gli aveva spiegato che ci volevano cinquanta mila euro.

Ecco le parole come pietre aguzze. “Voi avete preso, fatto questi lavori… grazie ad un intervento speciale del sottoscritto a seguito di una richiesta espressa di due politici, mi hanno detto guardi dobbiamo dare questo incarico… siamo andati la e voi avete preso questi lavori ed avete fatto strada avevamo un accordo economico con Gaspare e con -omissis- (fa nome e cognome del socio dell’imprenditore che ha denunciato). A questo lavoro eravamo rimasti che 10 mila euro a megawatt, sarebbero stati 10 mila euro a megawatt, perché erano 6,3 megawatt, sarebbero stati in ogni caso corrisposti, infatti eravamo rimasti per 70 mila… poi c’é stato il problema che voi due megawatt non li avete potuti fare perché vi hanno tolto una serie di discussione contro discussione c’erano problemi di pagamento… ed eravamo rimasti che 50 mila euro sarebbero stati dati a queste persone, senza le quali voi non avreste potuto lavorare A questi due politici. Che se lei vuole ora ci sediamo in macchina e ci andiamo… glielo dico, sono due, uno un onorevole del Pd ed uno di Api, ci andiamo e li incontriamo, uno si chiama Gaspare Vitrano”. Ingrassia spiega all’imprenditore, minaccia: “… Lei mi deve dire domani quanto mi consegna e io dopo glielo vado a dire e come facciamo per gli altri cioé dobbiamo pagare queste persone?… No non mi interessa, non mi interessa, domani mattina lei cortesemente non mi deve dare meno di ventimila euro, domani pomeriggio lei deve venire qua con non meno di 20 mila euro, se non succede… lei ha finito di lavorare… Le assicuro che la fanno finire di lavorare… lei ha cinque… sei… quattro cantieri… sette cantieri… glielo assicuro questo è il discorso… perché questo è in grado di fare la politica…”. E all’orizzonte spunta l’odore di un’altra tangente.

L’inchiesta avrà i suoi tempi. A primo acchito: non siamo davanti a un caso isolato. Probabilmente il tessuto della corruzione è esteso. Soprattutto, si staglia una certa perversa trasversalità dell’arraffamento. Il Pd mostra un’ansiosa tranquillità, si discute ancora di un caso isolato. E forse la linea di quel partito non può essere diversa. Su Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici, mettiamo la mano sul fuoco. Chi scrive li ha aspramente criticati sul piano politico. Siamo pronti a giurare sulla loro onestà e correttezza. E gli altri? La storia ha dimostrato che il socialista Mario Chiesa non era affatto un mariuolo isolato. Era la punta scoperta di un iceberg di vastissime dimensioni. Forse siamo all’inizio di una vicenda simile, al primo soffio di un vento che potrebbe scompaginare biografie, destini, carriere.
Un dubbio: la cosiddetta gente sarebbe davvero interessata, oggi, a una nuova rivolta morale, per via giudiziaria?


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