Generosità, accoglienza e panelle | La Sicilia al tempo del Coronavirus - Live Sicilia

Generosità, accoglienza e panelle | La Sicilia al tempo del Coronavirus

L'hotel 'Mercure'

Perché, in un momento difficile, possiamo essere orgogliosi di noi stessi.

In tanta paura, in tanta desolazione da Coronavirus, a spasso per strade che, per forza di cose, non ci portano più l’uno nelle braccia dell’altro, almeno c’è una buona notizia: la Sicilia si è riscoperta generosa.

Allarga il cuore leggere le testimonianze del ‘Mercure’ di Palermo, l’hotel della comitiva da cui, quaggiù, è partito il contagio, grazie ai post-it della speranza appesi come preghiere alla vetrata. Interpunzioni riconoscenti, esposte da un meraviglioso staff. Ecco qualche passaggio: “A Lia e Donato Messina, i nostri più affettuosi ringraziamenti le panelle erano ottime”. “Vi ringraziamo di cuore per le attenzioni che ci riservate siete dei grandi stanza 706″. “Siete giovani potreste essere i nostri nipoti. Siete generosi. Grazie”.

Sembrerà, forse, poco. Eppure, questi segnalibro di un tempo arido oltre le sue peggiori intenzioni ci proteggono dal freddo dell’indifferenza. E Dio sa quanto ci sia bisogno di non sentirsi soli, soprattutto adesso.

Sono, ancora una volta, i palermitani, i siciliani, la pagina più bella della storia. Non ci siamo chiusi. Non abbiamo costruito un ghetto di pensieri. Non abbiamo gridato all’untore, riflesso che più stupido non si potrebbe, ma la nostra è un’epoca crudele, dunque, fatalmente, stupida. Abbiamo rimescolato il mazzo dell’umanità e dato le carte dell’accoglienza, riconoscendo nel prossimo un sofferente, qualcuno a cui offrire vicinanza e dimora al riparo dei nostri sentimenti più autentici.

Quando l’epidemia sarà passata, quando le onde dei nostri timori lasceranno spazio a una tranquilla risacca – e accadrà – sarà dolce raccogliere i resti della nostra disponibilità, specchiarsi in essi e imparare a non abbandonare la via della condivisione. Sarà utile osservare coloro che verranno, quali che siano il colore della pelle e dell’accento, di nuovo, come persone, non come numeri, a dispetto di predicazioni fondate sull’odio. Sarà necessario sentirsi orgogliosi della nostra identità di siciliani, sempre un passo avanti agli altri nella tempesta.

E potremo accantonare con un sorriso il pungolo di un’idea molesta ma fondata. Chissà cosa avrebbero scritto e detto, a parti invertite, certi esponenti celoduristi di un tempo così informe.

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