GeoArcheoGypsum2019 | Il convegno sul gesso - Live Sicilia

GeoArcheoGypsum2019 | Il convegno sul gesso

Dal 26 al 28 settembre 2019, presso l’Aula Magna dell’Università

Dal 26 al 28 settembre 2019, presso l’Aula Magna dell’Università, nel complesso di Villa Genuardi ad Agrigento, si svolgerà il convegno internazionale “GeoArcheoGypsum2019. Geologia e Archeologia del gesso. Dal Lapis Specularis alla scagliola”, organizzato dalla Soprintendenza Beni Culturali di Agrigento.

Sono stati chiamati a confronto geologi, archeologi, speleologi, storici dell’arte, etnoantropologi, linguisti, che esamineranno sotto varie angolazioni la storia del gesso, dalla formazione naturale al suo multiforme utilizzo, dalla preistoria ai nostri giorni.

Nel corso della conferenza verranno presentati gli studi effettuati presso il complesso “Grotta Inferno”, nel territorio di Cattolica Eraclea, scoperta da Tano Buscaglia nel 1986, e che rappresenta la prima cava romana di lapis specularis identificata in Sicilia. Il lapis specularis è una particolare varietà di gesso cristallino trasparente che veniva utilizzato dai romani al posto del vetro per le finestre. Sull’affascinante tema del lapis specularis, si sono tenuti tre convegni, nel 2013 a Faenza, nel 2015 a Cuenca (Spagna), nel 2017 a Brisighella. Con il quarto convegno agrigentino, GeoArcheoGypsum 2019, ci si è posti l’obiettivo di approfondire anche altri aspetti dell’utilizzo del gesso: non solo il lapis specularis, il vetro di età romana, ma si è voluto approfondire la straordinaria storia della sua genesi e delle sue diverse forme in natura, ipogee ed epigee, per passare all’utilizzo, nelle arti e in architettura, dalla preistoria fino ai nostri giorni. Un viaggio veramente sorprendente, che è stato l’occasione per ricollegare le aree gessose d’Italia e d’Europa con nuove scoperte. Un posto di primo piano occupa la tradizione della scagliola colorata ad imitazione degli intarsi in pietre dure, che nacque in Germania e si sviluppò a Carpi nel modenese nel XVII secolo, fino in Lombardia e Toscana e che ha trovato oggi sorprendenti esempi anche in Sicilia, a Caltanissetta, Piazza Armerina, Caltagirone e, soprattutto, a Sant’Angelo Muxaro dove, all’interno della Chiesa Madre, si è registrata la fortunata riscoperta dei riquadri di uno splendido paliotto dalla struttura marmorea, realizzati in scagliola intarsiata, ascrivibile allo stile carpigiano e della Valle Intelvi. Relazioni che conducono fino ai nostri giorni, con l’unico artigiano scagliolista, di origini siciliane, che opera a Carpi e che mostrerà ai convegnisti la realizzazione di un’opera in scagliola intarsiata.

Tre giorni di studio in cui, per la prima volta, in un unico consesso, specialisti affronteranno le problematiche legate ad uno dei minerali più comuni e maggiormente utilizzati, dalla preistoria ai nostri giorni, dalla sua formazione, circa sei milioni di anni fa, al Lapis specularis, all’alabastro, alla scagliola, al gesso da costruzione, fino alle calcare moderne e al lessico dei gessaioli.

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