Gesip, il delitto perfetto - Live Sicilia

Gesip, il delitto perfetto

Gesip. Una parola che a una parte consistente di palermitani ricorda immediatamente blocchi del traffico e disservizi. Ma pure chi vive il dramma del lavoro si sente accerchiato dall'emergenza e dalla solitudine. Noi ripercorriamo con le immagini le storie, i volti, i torti e le ragioni. La somma tocca ai lettori.

La vertenza
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1 min di lettura

Un titolo: Gesip, la storia di un delitto perfetto. E’ il riassunto di un lungo percorso che ha portato agli scontri di Palermo che abbiamo raccontato. Guardando la vertenza nei frammenti proposti dalla cronaca, si capisce poco o nulla. Si viene colti dall’umore del momento. Le vittime della protesta, i cittadini bloccati in automobile, sono assaliti da un moto di rabbia nei confronti dei manifestanti. Gli autori delle sommosse si inalberano ancora di più, perché si sentono incompresi nel furore solitario che mettono in piazza e che spesso nasce da condizioni di sopravvivenza a rischio.

E’ possibile dare un giudizio lucido e compessivo? Sì, purché si accetti di ricomporre quei frammenti sperduti e di osservare la storia tutta intera. E’ l’operazione che proponiamo, lasciando parlare le immagini che non hanno bisogno di alcun commento supplementare, oltre le parole e i gesti dei protagonisti. Diamo al lettore la facoltà di valutare. La nostra impressione? Condanniamo i violenti, com’è logico che sia. Condanniamo i para-mafiosi che utilizzano metodi da cosca. Ma sappiamo pure che molti lavoratori Gesip sono persone perbene. E non avrebbero meritato la sequela di promesse, marce indietro e ripensamenti di questi mesi terribili. Sono persone. Appunto. R.P.


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