Gesip, la proposta del Colge:| "Dipendenti in Servizi srl" - Live Sicilia

Gesip, la proposta del Colge:| “Dipendenti in Servizi srl”

Ex operai Gesip in riunione

Il comitato Colge, composto da ex dirigenti della Gesip, boccia il piano Orlando, proponendo la ricapitalizzazione della Servizi srl e il trasferimento dei dipendenti Gesip nella controllata. Ma quest'ultima è stata messa in liquidazione un mese fa.

PALERMO – Si allarga il fronte della vertenza Gesip. Tocca al comitato Colge (Comitato Lavoratori Gesip), affiancare nella protesta gli operai scesi in piazza nei mesi scorsi. il comitato, composto da amministrativi ed operai sia di Gesip che di Gesip servizi,  contesta il piano di salvataggio che Palazzo delle Aquile e sindacati hanno siglato lo scorso 11 febbraio proponendo un progetto alternativo. Basato innanzitutto sul recupero della Gesip Servizi srl, che è stata messa in liquidazione circa un mese fa. “Si nutrono forti perplessità nell’apprendere che solo da poco più di un mese la Gesip Servizi Srl (società interamente controllata dalla Gesip Palermo SpA) è stata posta in liquidazione – scrive il Colge in una nota – mentre tale iter è stato avviato già dal 2010 per la Gesip Palermo Spa. Pare utile, a tal proposito, evidenziare che la Gesip servizi srl ha chiuso l’ultimo bilancio in attivo”.

Il piano degli ex dipendenti parte dal recupero della Servizi attraverso la ricapitalizzazione con immobili comunali e l’assegnazione di una sede, ad esempio un padiglione della Fiera del Mediterraneo, anche in comodato d’uso, del quale garantirebbero la custodia, la pulizia e la cura del verde. Nell’eventualità che piazza Pretoria non volesse o meno finanziare solo in parte la Gesip Servizi, il Colge propone la compartecipazione regionale.

A guidare gli ex dipendendenti, coadiuvati dall’avvocato Gaspare Motta, ci sono Clelia Pace, Davide Gravante, Giuseppe Vulpitta, Lia Mancuso, Gianfranco Delmonti, Anna Marcianò, Tiziano Monteleone, Antonello Collosi, Sergio Ruggiano, Maria Pisciotta, Francesca Longo. “Non vogliamo rassegnarci a perdere il lavoro senza lottare – dice la Pace –. Ci sembra assurdo che fra tante partecipate dobbiamo pagare solo noi. Com’è assurdo fare un bando per il canile che gestivamo noi”.

Per il Colge il piano di Orlando “riporta i dipendenti Gesip indietro nel tempo rendendoli nuovamente, a conti fatti, lavoratori socialmente utili. Ma l’articolo 7 del decreto legislativo 468 del 1997 è stato già applicato agli attuali dipendenti fino alla loro assunzione con contratto a tempo indeterminato; è pertanto impensabile ritornare indietro al passato dopo anni di sacrifici e di precariato”.

“Ci sono troppi punti bui nella vicenda – dice Gravante –. Se si parla di tornare nel bacino degli lsu, perchè non farci lavorare direttamente alle dipendenze del Comune? La differenza la fanno le ore lavorative. Come lsu faremmo al massimo 20+4 ore settimanali. Noi invece ne vogliamo fare 36, con l’auspicio di arrivare a 40 quando la situazione tornerà alla normalità”.

Tuttavia ci sono alcuni ostacoli alle proposte del Colge. Innanzitutto la definizione della natura dei servizi che la Srl andrebbe a svolgere. Entro il 2013, infatti, i servizi strumentali svolti dalle partecipate comunali devono essere privatizzati sulla base delle norme nazionali. Solo i servizi essenziali (come la gestione dell’acqua) rimarranno pubblici. Tant’è vero che il Comune vuole nuovamente convertire l’Amap, attualmente una Spa, in una municipalizzata. Mentre gran parte dei servizi che svolgeva la Gesip sono strumentali. Inoltre l’iter della messa in liquidazione è ormai avviato da anni (o da un mese nel caso della Servizi) e sembra improbabile che si possa resettare tutto.

Rimane la disperazione dei lavoratori, che auspicano una soluzione “subito dopo la tornata elettorale, perchè non si vuole credere che la mancanza di un piano concreto si possa concludere con l’avvio di licenziamenti collettivi”.


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