Gesip, pronto statuto consortile| Ma i nodi restano sul tappeto - Live Sicilia

Gesip, pronto statuto consortile| Ma i nodi restano sul tappeto

L'amministrazione Orlando invia ai capigruppo di Sala delle Lapidi la bozza dello statuto della società consortile che ingloberà la Gesip e le altre aziende. Previsto un cda o un amministratore unico, durata fino al 2050 e un contratto-quadro di servizio.

IL PIANO DEL COMUNE
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Palazzo delle Aquile

PALERMO – È solo una bozza per il momento, che però disegna la futura società consortile del comune di Palermo che ingloberà la Gesip e, di conseguenza, anche tutte le altre società di Palazzo delle Aquile. Questo il documento che l’amministrazione Orlando ha inviato ai capigruppo di Sala delle Lapidi, come promesso tempo fa: un primo testo su cui ragionare e confrontarsi da qui alla costituzione vera e propria della consortile.

Una costituzione che, bene che vada, dovrebbe avvenire tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo ad opera delle ex municipalizzate, e già qui sta la prima importante novità: il Comune, contrariamente a quanto detto inizialmente, non ne farà parte. Almeno non per ora. Interverrà in un secondo momento, secondo modalità ancora da stabilire, visto che la consortile per sua natura è una accordo fra privati. Nonostante questo, però, il capitale rimarrà interamente pubblico e l’azienda potrà “usufruire di strutture nella disponibilità del Comune”, come recita l’articolo 2.

Altra novità riguarda la durata, fissata fino al 2050, la divisione in rami d’azienda e l’oggetto: prestazione di servizi strumentali ai soci, comuni o aziende che siano. E tra le attività che potrà svolgere la consortile rientrano i servizi di pulizia, cimitero, portierato, manutenzione, sanificazione, digitalizzazione, logistica, trasporti, magazzino, amministrazione, igiene ambientale, foreste e verde pubblico, aree protette, valorizzazione di immobili, bonifica di aree degradate. E ancora restauro e fruizione di musei e beni culturali, biblioteche, accoglienza e informazione e perfino vendita di biglietti. Di tutto e di più, insomma, per inglobare non solo le attuali funzione delle partecipate ma anche tutte quelle eventuali che potrebbero aggiungersi in un secondo momento, specie per quanto riguarda il settore della cultura.

I servizi verranno svolti grazie ad un’apposita convenzione quadro col Comune e a singoli contratti di servizio con le strutture amministrative dei soci, leggasi vecchie aziende che non si fonderanno in un unico soggetto, ma continueranno ad esistere con i propri beni e i propri debiti.

Mistero sul capitale sociale, anche se nel consuntivo Palazzo delle Aquile ha stanziato 200mila euro allo scopo. A gestire la consortile, invece, potrà essere un amministratore unico o un consiglio di amministrazione composto da tre o cinque soci, o ancora due amministratori a firma disgiunta. Previsto anche un direttore generale e un comitato dei direttori delle singole aziende. Ma la curiosità sta nell’articolo 16, che specifica come le dimissioni di anche un solo consigliere comportino la caduta dell’intero cda: una sorta di clausola di salvaguardia per il Comune, che potrà in qualunque momento modificare i vertici della società.

La consortile fa quindi qualche passo in avanti, anche se in ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata dal primo cittadino: la società sarebbe dovuta nascere ad ottobre, seguita a novembre dal piano di utilizzo del personale così da permettere ai lavoratori Gesip di tornare in servizio per il primo di gennaio. Ma i tempi, a questo punto, si allungheranno inevitabilmente; per questo piazza Pretoria batte i pugni sul tavolo per la Cig, così da avere quattro mesi di respiro per risolvere alcune questioni rimaste aperte.

Su tutte proprio la Gesip, che è una società in liquidazione e in quanto tale non potrà entrare nella consortile. Né, in teoria, potrebbero farlo direttamente i lavoratori visto che si tratta di un consorzio fra aziende. La strada percorribile potrebbe essere quella del licenziamento e della riassunzione, sulla scorta di quanto avvenuto con le partecipate regionali, che permetterebbe di ripartire da zero con i dipendenti e di usufruire di non pochi vantaggi fiscali e contributivi, anche se bisognerà fare i conti con le difficoltà a procedere con l’assunzione diretta, visto che la legge impone i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità, e con i costi di un licenziamento.

Il Comune sta studiando le soluzioni più adeguate e la statuto resta, per ora, solo una bozza che non contempla, altro nodo da sciogliere, i servizi pubblici locali. Lunedì Orlando incontrerà a Roma il ministro Fornero, insieme al governatore Crocetta, e quello sarà il crocevia per la cassa integrazione ormai divenuta un punto indispensabile per il Comune: senza la Cig, e con gli operai sul piede di guerra, costituire la consortile sarebbe impossibile sia per i tempi che per le pressioni della piazza. Ma anche le deroghe ministeriali alla mobilità orizzontale e ai pensionamenti rimangono requisiti essenziali, così come il problema di come finanziare la consortile e il buco Gesip che comunque rimane e che dovrebbe essere coperto dalle economie derivanti dalla consortile, visto che i soldi in cassa al momento non bastano. Tutte tessere di un mosaico che Orlando da mesi tenta di comporre. Ma ad oggi senza successo.


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