CATANIA – In relazione alle dichiarazioni rese dal neo Presidente dell’ Acoset, Giuseppe Rizzo circa i presunti “ricatti” che gli acquedotti privati perpetuerebbero a danno della stessa Acoset, si rendono opportune alcune precisazioni. Sul debito verso gli acquedotti. Al momento dell’insediamento del Presidente Fatuzzo il complessivo dovuto da Acoset ai Fornitori privati ammontava a circa 1 milione di euro, residuo di un piano di rientro in corso, siglato in Prefettura con il precedente Presidente Giuffrida. Al momento dell’insediamento del Presidente Fatuzzo, i fornitori privati hanno accolto la richiesta dello stesso ed hanno accettato la sospensione dei pagamenti per un ulteriore anno circa, per consentire al Presidente, neo insediato, di prendere atto di tutte le situazioni dell’azienda.
Nell’arco di questo tempo, tuttavia, il debito si è accresciuto arrivando, compresa Sidra, a circa 2 milioni e 800 mila euro. Ci sembra opportuno precisare tutto questo poiché non è mai stata intenzione delle imprese acquedottistiche private mettere in difficoltà i cittadini o gli amministratori dell’Acoset. Ma le stesse imprese, che hanno garantito il servizio idrico pubblico anticipando costi e spese per anni, venendo sempre incontro ad ogni esigenza di fornitura di Acoset, per evitare disagi ai cittadini, ad un certo punto si sono trovate nelle condizioni di non poterne più fare fronte. Nel corso della riunione svoltasi in Prefettura il 13 luglio 2012, si è arrivati ad un accordo tra le parti, che ha previsto un piano di rientro dal pregresso in 22 rate, nonché il puntuale pagamento del corrente, nel frattempo non pagato da Acoset.
Tuttavia, l’accordo in Prefettura non veniva rispettato dal Presidente Fatuzzo, per cui alcune imprese acquedottistiche si sono trovate nella impossibilità di continuare a gestire il servizio e costrette a porre gli impianti in stato di fermo. Tutto questo in data 20 agosto 2012.E’ evidente, quindi, che le imprese acquedottistiche private, lungi dal “ricattare” qualcuno su qualcosa, hanno, invece, di fatto, garantito, sempre a proprie spese, il servizio idrico pubblico, anticipandone tutti i costi, per mesi.
Sulla fornitura d’acqua. La fornitura di acqua da parte dei privati ad Acoset, ad integrazione di quella già emunta dai pozzi di quest’ultima, non nasce, di certo, da “ricatti” o da “capricci” delle stesse imprese. Innanzi tutto, per anni l’acqua emunta dai pozzi dell’Acoset è stata insufficiente, specie durante il periodo estivo, a soddisfare le esigenze idriche dell’hinterland. Questo è apparso evidente anche questa estate 2012, laddove, ad una riduzione della richiesta di acqua ai fornitori privati, sono seguiti disagi per gli utenti pedemontani, costretti, a volte, anche a pagare extra all’Acoset (gestore del servizio pubblico) la fornitura di acqua con autobotti.
Prezzi praticati. Quanto ai prezzi praticati dagli acquedotti privati sulle forniture ad Acoset, si fa rilevare che gli stessi vengono determinati in base alla normativa vigente. Costi di emungimento. Vi è, poi, da rilevare che i costi di emungimento dell’acqua dai pozzi o il prelievo dalle sorgenti dell’Acoset sono equipollenti a quelli sostenuti dai privati. Pertanto, non è detto che ridurre il quantitativo di acqua acquistata dai privati sia una scelta economicamente valida.
Gestione. E’ notorio, in quanto trattasi di dati pubblicati alla Camera di Commercio, che, a fronte di ricavi per oltre 15 milioni di euro, l’Acoset abbia presentato, per il 2011, un bilancio consuntivo con circa 1 milione e mezzo di disavanzo di gestione. Nel 2007, ultimo bilancio precedente presentato, il conto economico era, praticamente, in pareggio. Nel 2008, 2009 e 2010 non sono stati depositati bilanci.
Conclusioni. Ci rammarica e ci offende che imprese acquedottistiche private che, da sempre, hanno contribuito e contribuiscono a garantire il servizio idrico pubblico in sinergia con Acoset, vengano dichiarate “ricattatrici”. Le imprese acquedottistiche private, infatti, hanno sempre avuto a cuore la gestione della risorsa idrica, pubblica, e l’efficienza del servizio reso, nel rispetto dell’importanza che tale servizio ricopre. Spesso le imprese private si sono fatte carico, in proprio, di garantire l’approvvigionamento idrico, nonostante non venissero pagate loro puntualmente le forniture. Di certo le imprese private hanno sempre avuto ed hanno pieno rispetto della risorsa che gestiscono e degli utenti che servono. Considerando che questo chiarimento servirà a fornire una visione più obiettiva della gestione del servizio idrico nella Provincia di Catania e del ruolo delle imprese private in tutto questo, auspichiamo che possa tornare ad esserci un rapporto sinergico e di fattiva collaborazione tra tutti gli operatori del settore, per il bene dei cittadini e la tutela della risorsa idrica.