Impianti sportivi, i consiglieri: |"A rischio funzione sociale" - Live Sicilia

Impianti sportivi, i consiglieri: |”A rischio funzione sociale”

I consiglieri Coppolino e Notarbartolo (nella foto) chiedono all'amministrazione di ripensare alla durata delle convenzioni per l'affidamento delle strutture e di mantenerne alcune pubbliche. "Vent'anni sono troppi" - affermano.

esternalizzazione
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CATANIA – Venti anni sono troppi senza una clausola che permetta di aprire allo sport sociale. Carmelo Coppolino, capogruppo di Catania futura e Niccolò Notarbartolo, esponente del Pd in consiglio comunale, contestano quanto previsto dalla delibera sull’esternalizzazione della gestione degli impianti, che quanto prima dovrebbe approdare in Consiglio comunale per l’approvazione. A preoccupare i due consiglieri, che tengono a sottolineare di non essere affatto contrari alla privatizzazione o esternalizzazione, è la durata della convenzione che, per ogni impianto, è prevista di dieci anni, rinnovabili di altri dieci.

“Una concessione ventennale non è auspicabile – afferma Coppolino. Anzi, deve proprio essere evitata perché si rischia di eliminare l’aspetto civico e sociale dello sport. Il problema non è garantire la continuità nella gestione – precisa l’esponente di Catania futura – ma permettere agli impianti comunali di mantenere la funzione sociale”.

Il rischio sarebbe quello di legare le sorti delle varie strutture a chi ne ottiene la gestione, il che potrebbe impedire a nuove realtà, qualora dovessero sorgere, di poter avanzare richiesta di ottenere spazi sociali. Semplicemente perché l’amministrazione non li avrebbe più nella propria disponibilità. “Mi piace pensare al Comune è come a una coppia giovane di 25-30 anni – spiega Coppolino. Due persone che stanno mettendo su casa e famiglia devono programmare in funzione di un futuro sviluppo e di una futura crescita. La concessione ventennale non permette di mantenere lo spiraglio per le società sportive che magari vogliono svolgere una funzione sociale”.

La preoccupazione, condivisa anche da Niccolò Notarbartolo è quella che, nel caso in cui ci fossero nuove realtà di promozione sociale attraverso l’attività sportiva, queste stesse potrebbero essere costrette a rivolgersi a privati per avere spazi che, invece, dovrebbe garantire il Comune. “Il punto è proprio questo – sottolinea Notarbartolo. Lo sport è un servizio che il Comune fornisce perché crede nella sua funzione sociale che, nonostante le difficoltà economica, dovrebbe continuare a garantire”.

“Il dissesto non si manifesta solo per l’ammontare dei debiti, ma anche quando non si riesce a dare servizi alla cittadinanza. Per questo credo che la politica che l’amministrazione sta attuando – evidenzia – debba contemplare questo aspetto. Va bene privatizzare ma questa azione non può essere indiscriminata, se no il rischio è che il Comune perda la funzione di fornitore di servizi, trasformandosi in una sorta di agenzia immobiliare”.

Per questo sia Coppolino che Notarbartolo chiedono una selezione degli impianti e che, almeno alcuni siano mantenuti pubblici. “Rimpiango il Bianco dei tempi dell’assessore Guarnaccia che aveva realizzato play ground ovunque, riconoscendo l’importanza di questi luoghi dove praticare sport. Dove sono le soluzioni alternative? L’obiettivo dell’amministrazione è togliere dalle casse i costi di gestione – conclude Notarbartolo – ma occorre che siano mantenute alcune strutture. Tra queste i consiglieri ne hanno individuate alcune: la palestra delle Verginelle, il Campo scuola di Picanello, il Pala Nitta, il Pala Galermo.

 


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