Con Marcello Cardona, che oggi si è insediato a Milano, Giuseppe Gualtieri ha in comune l’amore per il calcio (“ma non vi dico chi è la mia squadra anche perché è sempre in coda alla classifica”, ironizza) e il fischietto da arbitro. “Non c’è stato un passaggio di consegne con Cardona, che conosco ed è stato un funzionario valoroso, posso dirvi che mi ha sottolineato il suo sforzo di aumentare le Volanti”, racconta il nuovo Questore che crede però che per l’affermazione della legalità “non basta il controllo militare”, ma serve “un cambio di mentalità che si acquisisce con pazienza”. Gualtieri parla di “formazione permanente” della comunità. “Anche se riusciamo a portare un solo cittadino dalla nostra parte (quella del rispetto delle regole e della legalità, ndr) è un successo”, dice. “Vorrei una forte collaborazione con le scuole”, è una delle sue speranze. Pungolato sulla video sorveglianza dei punti sensibili della provincia, Gualtieri ricorda il principio della “sicurezza partecipata”. E poi aggiunge “al di là del Grande Fratello dobbiamo capire che gli occhi e le orecchie dei cittadini valgono di più di qualsiasi telecamera”.
Gualtieri è fortemente orgoglioso di questo nuovo incarico, in una delle “città metropolitane più in crescita d’Italia”. Non si nasconde dietro un dito il Questore, è consapevole della forte densità criminale con cui dovrà fare i conti, ma dall’altra parte “sono sicuro che questa città ha delle eccellenze lungamente superiori alle sue criticità”, evidenzia.
Non si può esimere dal parlare di mafia a Catania. Lui, che insieme a Renato Cortese, è uno degli uomini che ha catturato Bernardo Provenzano. Il caso ha voluto che oggi ci fosse in contemporanea l’insediamento di Gualtieri a Catania e di Cortese a Palermo. “Sicuramente una coincidenza – commenta il Questore – ma spero sia beneaugurante per la Sicilia”. Tornando alla lotta al crimine organizzato Gualtieri ha i piedi ben piantati a terra. “Non sarò certo io a sconfiggerlo, ma possiamo fare in modo che i cittadini guardino alla mafia con disvalore”. Sull’emergenza terrorismo è diretto: “E’ chiaro che la nostra vigilanza sarà maggiore perché Catania è al centro del Mediterraneo e quindi esposta geograficamente”.
Questi primi giorni di lavoro saranno dedicati anche alle conoscenze delle autorità e dei colleghi. Gualtieri ha già incontrato i funzionari della Questura di Catania. Oltre all’altissima professionalità il poliziotto ha notato l’amore che hanno manifestato per la città. “E questo lavoro non si può fare senza amore”, sentenzia. Sono passate poche ore dal suo arrivo alle falde dell’Etna, ma “già mi sento cittadino di Catania”, chiosa.