È giallo sulla sparatoria |Tensioni nella piazza di spaccio - Live Sicilia

È giallo sulla sparatoria |Tensioni nella piazza di spaccio

Le indagini sul tentato omicidio di via Capo Passero.

SULLA SCENA DEL CRIMINE
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CATANIA – Due bambine girano in bici. I capelli lungi neri tenuti da una coda di cavallo. L’altra ha la chioma arruffata. Entrambe vestite di colori sgargianti. Si muovono sicure in via Capo Passero. Inconsapevoli che poche ore prima, a qualche metro di distanza da dove si rincorrono, piovevano pallottole. È una mattina come tante altre tra i filari dei grattacieli di Trappeto Nord. Provare a fare domande è impossibile. Così come trovare tracce dell’agguato in cui è rimasto ferito alla gamba sinistra Stefano Privitera, 33 anni. Da quanto ha raccontato ai poliziotti della Squadra Mobile, che stanno indagando sul tentato omicidio, la vittima si trovava poco distante da casa sua. In uno dei civici vicino ai campetti di calcio.

I campetti di calcio, la zona dove sarebbe avvenuta la sparatoria.

Ma in quello slargo, oltre alla statua di Padre Pio ricoperta di fiori freschi, non si notano tracce di sangue e nemmeno vetri rotti o fori di proiettile. Nulla che faccia pensare al teatro di una sparatoria. E neanche la polizia scientifica, che ha passato al setaccio la zona indicata da Privitera, ha trovato riscontri tecnici alle dichiarazioni del ferito, che nel pomeriggio di ieri è stato sottoposto a un intervento chirurgico all’anca sinistra al Pronto Soccorso del Policlinico. E sono stati proprio i sanitari dell’emergenza a chiamare la Polizia, ieri mattina alle 9,30, dopo che Privitera è arrivato con la gamba sanguinante all’ospedale di via Santa Sofia. Ad accompagnarlo, di corsa, la mamma e la moglie.

La versione del 33enne è precisa: due scooter, con due persone a bordo ciascuno, lo avrebbero avvicinato. Uno dei quattro era armato di pistola ed ha iniziato a fare fuoco all’impazzata. Ma solo un proiettile ha colpito Privitera. Una ricostruzione che fa acqua da tutte le parti, vista l’assenza di un elemento tecnico-scientifico a supporto. Saranno, infatti, le indagini della Squadra Mobile in prima battuta a determinare se la sparatoria è avvenuta realmente in quel quadrilatero e poi a definire il possibile movente. L’agguato potrebbe essere accaduto in qualche anfratto o androne di uno dei tanti palazzoni di via Capo Passero.

La pista investigativa è quella di qualche tensione (o fibrillazione) per lo spaccio. Privitera ha precedenti per droga. Nessun reato associativo, ma diversi guai giudiziari per detenzione di stupefacenti. Forse quella pallottola alla gamba è stata un avvertimento. Da queste parti, roccaforte del traffico di droga a Catania, un errore o un passo falso può finire a pistolettate. Questa è una delle casseforti di liquidità dei clan: la droga serve a garantire soldi facili e veloci per mantenere famiglie e detenuti. Privitera potrebbe aver rotto alcuni equilibri imposti dai ras di via Capo Passero, fortino diviso tra Santapaola e Cappello. Una lingua d’asfalto incorniciata dal cemento dove regna silenzio e omertà.

Qui si spaccia a ogni ora del giorno e della notte. E nella regola del quieto vivere, ognuno lascia fuori dalla sua porta di casa la realtà dell’illegalità. Otto anni fa, tra questi vicoli fu ammazzato il principe della droga Alessandro Ponzo. Un omicidio ancora irrisolto. Anche se c’è un pentito che pare aver già fatto alcuni nomi. Ma quella è un’altra storia.


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