CATANIA. Avrebbero falsificato la data della determina sindacale 75 bis per evitare la dichiarazione di dissesto del comune di Giarre. Con l’accusa di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici il sostituto procuratore di Catania Tiziana Laudani ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Giarre Teresa Sodano e dell’attuale dirigente dell’area finanziaria Letterio Lipari. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Riposto, la contestata determina con la quale nel 2012 venne raddoppiato il canone idrico. L’obiettivo sarebbe stato quello di far quadrare il bilancio dopo la mancata approvazione, entro i termini di legge previsti, dell’aumento delle aliquote Imu da parte del consiglio comunale.
Secondo la Procura di Catania l’ex primo cittadino e il ragioniere capo, in concorso tra loro ed in esecuzione dello stesso disegno criminoso, avrebbero apposto su quell’atto la data del 31 ottobre 2012, mentre la stessa sarebbe stata adottata nel dicembre dello stesso anno, in prossimità del 27. Quella determina ottenne anche il parere positivo del dirigente finanziario, accusato di aver apposto anche sul visto contabile in calce al provvedimento una data falsa, quella del 2 novembre.
Successivamente, sempre secondo l’accusa, i due imputati avrebbero alterato anche il registro delle determine sindacali, indicando falsamente quale data d’adozione dell’atto il 31 ottobre 2012. Per Letterio Lipari è la seconda richiesta di rinvio a giudizio in pochi mesi. Nella prima, che lo vede imputato per falsità materiale, è accusato di aver alterato in concorso con il capo servizio del comune di Giarre Salvatore Trischitta alcune delibere di giunta, consegnandole poi nelle mani di un ispettore inviato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
“Il prosieguo del procedimento e nella fattispecie l’udienza preliminare – ha dichiarato Giovanni Grasso, difensore di fiducia dei due imputati – permetterà di dimostrare l’assoluta correttezza dell’ex sindaco Teresa Sodano e del dirigente Letterio Lipari. Il provvedimento – prosegue il legale – è stato regolarmente adottato nella data indicata nello stesso, anche se la pubblicazione è stata successiva. Ciò quindi esclude il reato di cui al capo d’imputazione”.
Anche in questo caso il primo cittadino di Giarre Roberto Bonaccorsi preannuncia la costituzione di parte civile in caso di rinvio a giudizio. “Un atto dovuto”, ha commentato Bonaccorsi. Ma non sarebbe l’unico. Alcuni cittadini avrebbero espresso la stessa volontà. Se quella determina, che comportò per i giarresi il raddoppio della bolletta dell’acqua, dovesse davvero risultare illegittima, in molti sarebbero pronti a chiedere il risarcimento delle somme versate indebitamente. “Come associazione stiamo valutando – ha detto il presidente di Confconsumatori Sicilia Carmelo Calì – la possibilità di costituirci parte civile nel processo”.