CATANIA – Tutto pronto per l’apertura – stavolta completa – della rotonda Gioeni. Dopo mesi di attesa, finalmente, è il caso di dirlo, il Nodo Gioeni verrà sciolto. Quello che a tutti è sembrato un braccio di ferro tra l’impresa e l’amministrazione comunale durante l’inaugurazione – a metà – celebrata due settimane fa, infatti, sembra essersi concluso 1-0. “Sembra” perché la partita non è ancora finita. Vuoi perché ci sono ancora diversi lavori da fare, vuoi perché l’impresa sta ancora aspettando di essere pagata. Il torna indietro nord, rimastoa lungo chiuso, verrà aperto domani, dopo che i tecnici hanno allungato le estremità dello spartitraffico centrale (quello a V sopra via Etnea per intenderci) con i cordoli gialli – visibili ma non guardabili – utilizzati nelle corsie del Brt.
Come mai verranno utilizzati i cordoli gialli, magari un po’ antiestetici e forse a rischio per i mezzi a due ruote, è presto detto: “Per allungare quelli in pietra lavica bisogna scavare e chiudere la strada. Non c’è tempo – dice il direttore Saro Mirone – in più solo così si avrà modo di constatare e monitorare la bontà della decisione e procedere poi, in un secondo momento, ai cordoli tradizionali”. In ogni caso, insegnare agli automobilisti che i due torna indietro sono accessibili solo, ed esclusivamente, da alcune direzioni sarà il compito più importante. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare. Il Brt dovrà passare da lì e bisogna valutare e capire qual è il percorso migliore. Persino quello, attualmente allo studio, che prevede l’attraversamento perpendicolare della Circonvallazione in corrispondenza di via Del Bosco grazie a un semaforo che bloccherebbe il traffico in entrambe le carreggiate. Come già avviene in via Antonino Longo.
Se la segnaletica orizzontale, al momento, non verrà rifatta qualche dubbio resta in merito agli attraversamenti pedonali: “L’esigenza è quella di far presto – ci dice l’esperto per la mobilità Enzo Condorelli – ma ancora non è stata trovata alcuna conclusione per venire incontro alle esigenze dei pedoni”. “Questo è un problema di cui si doveva occupare l’Utu – ribatte Mirone – noi abbiamo fatto la segnaletica”. I pedoni, che comprendono tutti dai giovanissimi ai diversamente abili, non sono l’unico problema da risolvere. Quel dosso che sorprende entrando in via Del Bosco rimane un problema di difficile soluzione. Impossibile livellarlo verso il basso per via dei sottoservizi, e troppo dispendioso – “tra l’altro non è compreso nel computo metrico e l’amministrazione non ha soldi, ci dice Mirone” – livellarlo verso l’alto già a partire da viale Fleming. “Ma forse un sistema ci sarebbe – ci dice una voce che del progetto sa tutto o quasi – ci stiamo attivando per risolvere anche questo”.
Ancora aperta e da trattare la questione del torna indietro di via Petraro. Questo è sì previsto nel computo metrico ma con cifre leggermente diverse: “98mila euro” in base ai conti dell’esperto Condorelli mentre sono “89mila” per il direttore Mirone. La differenza dipende dall’esatta altezza in cui verrà aperto. Dieci metri (ma anche più, in effetti sono quasi quaranta) più sopra o più sotto fanno la differenza a quanto pare “la mia proposta ‘a raso’ non è piaciuta – aggiunge Mirone – ma non bisogna dimenticare che ci imbatteremo ancora nei sottoservizi (che Condorelli esclude del tutto tranne che per la pubblica illuminazione) che sono, e sono stati, il vero problema di questo progetto”. Ma via Petraro per ora può attendere “E prima bisognerà fare un po’ di conti – aggiunge Mirone – perché senza soldi l’impresa, e io, non può anticipare altro lavoro. Intanto da stamattina (l’apertura è prevista per le 10), potremo osare un girotondo completo dei due torna indietro. Ma va detto che qualche buontempone, in questi due giorni, ha giocato con le transenne aprendo e chiudendo il torna indietro nord. Oggi quindi un’altra puntata di questa storia che non è per nulla conclusa.