Guardiola: "Qui un'altra storia, a Palermo 30mila tifosi a settimana"

Girona, Guardiola: “Qui un’altra storia, a Palermo 30mila tifosi a settimana”

Il fratello di Pep: "Nel CFG ogni club lavora individualmente"

In testa alla classifica del massimo campionato spagnolo c’è il Girona, uno dei club europei che fa parte della galassia del City Football Group. I biancorossi hanno addirittura due punti di vantaggio sul Real Madrid (31 contro 29) e non sembrano intenzionati a fermarsi in questa corsa verso il primato. Una peculiarità, però, distingue la squadra spagnola dalle altre all’interno del City Group: l’holding emiratina, infatti, non possiede le quote di maggioranza del club.

“Il Girona è stato il primo e a lungo anche l’unico dei club controllati dal gruppo a restare in multiproprietà – a spiegarlo è Pere Guardiola, fratello di Pep allenatore del Manchester City, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. Oggi il CFG ha il 48%, Marcelo Claure il 35%, io (Pere Guardiola, ndr) il 16%. Per il City Group tutto è partito col NY City, per il marchio e per una questione d’immagine oltre che di calcio, poi Melbourne e Yokohama, quindi Montevideo per controllare il mercato sudamericano, e poi l’espansione in Europa, anche in Italia con il Palermo”.

Sul Palermo

Uno degli ultimi investimenti del gruppo multinazionale è stato proprio puntare sul club del capoluogo siciliano, acquisendo le quote di maggioranza. Guardiola, in una delle sue dichiarazioni, ha parlato anche di questo nuovo ingresso evidenziando, ad esempio, alcune differenze tra Palermo e Girona: “Ogni club è organizzato e lavora in maniera individuale, non si può applicare il modello di una franchigia a una squadra di calcio. Però c’è una sinergia che porta alla condivisione di dati e informazioni sui giocatori. I direttori generali e i direttori sportivi devono avere il dna del club e sentirne il feeling. Non si producono gemelli in provetta”.

“E da 2.000 chilometri di distanza – aggiunge ancora Pere Guardiola – non si può dire chi deve giocare o cosa deve fare. La quotidianità deriva solo dal lavoro in situ, però sì che c’è un senso di squadra: i direttori sportivi si trovano a Manchester 3-4 volte l’anno. I direttori generali hanno una call settimanale per condividere la strategia di ogni club e la cosa funziona molto bene. Poi ognuno deve gestire i suoi problemi, che sono molto diversi: a Palermo hanno 30.000 tifosi ogni settimana e una pressione gigante che fa bene e male. Qui a Girona è un’altra storia“.


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