Giulia, bisogna investire su rispetto ed educazione ai sentimenti

Giulia, piangere non basta: investiamo su rispetto ed educazione ai sentimenti

Un fallimento sociale. Ma è necessario cambiare
LA VIOLENZA SULLE DONNE
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25 novembre 2023: quest’anno fa più male degli altri. La brutale uccisione di Giulia Cecchettin segna di ulteriore rosso questa data. Dopo Giulia sono state oggetto di violenza altre due donne. 107 solo nel 2023. Ma fa male parlare di numeri, perché sono 107 donne, 107 vite spezzate, 107 famiglie sconvolte, 107 declinazioni di futuro che sono state fermate. Da mano criminali. Fa male anche storpiare i fatti con il linguaggio: momenti di raptus, bravi ragazzi che hanno perso la testa, ‘grandi amori’ che non reggono la fine della storia. Niente di tutto questo: sono crimini efferati, crimini contro la Persona.

Dietro ogni crimine, soprattutto se riguarda la persona, c’è il fallimento della società. Un fallimento a cui dobbiamo porre rimedio. Senza divisioni alcune, anzi unendo le forze per costruire una soluzione comune per invertire la rotta culturale. Non basta più la reazione emotiva. E’ nostro dovere reagire e mettere in campo immediate azioni per prevenire la violenza, che poi genera violenza sino ad arrivare ad atti estremi.

La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Conseguenza di una cultura discriminatoria contro le donne. Una cultura che dimentica il valore della Persona per anteporre quello del possesso. Ma, anche, inevitabile corollario di una cultura che non considera ancora il tema della parità di genere come un tema sociale ed economico ad altissima priorità. Per contrastare le occasioni di violenza, diventa allora fondamentale agire su due fronti. Da un lato l’educazione al rispetto e alla cura reciproca come valori fondanti della società, dall’altro occorre operare per rafforzare la cultura economica delle donne come strumento di emancipazione e libertà.

Educazione ai sentimenti ed educazione finanziaria: materie che devono essere introdotte sin dai banchi di scuola. Quali pilastri dell’educazione al futuro per i nostri giovani. Il fattore economico non è un elemento marginale, ma centrale nel percorso di una donna che tenta di uscire da un contesto violento, e tenta di reinserirsi nella società e nel mercato del lavoro.  

Giulia Cecchettin voleva laurearsi, perché la laurea l’avrebbe introdotta nel mondo del lavoro, l’avrebbe resa autonoma. Ed è questa legittima richiesta di autonomia che l’ha resa vittima di una inaudita violenza. Delia, la protagonista del film della Cortellesi consegna alla figlia i soldi per pagarsi gli studi, per costruirsi il suo “futuro autonomo”. Liberandola dalla cultura del possesso. Ancora più sottile. Non le paga gli studi, le consegna le chiavi per scegliere di essere libera.

E’ su questa direttrice che dobbiamo lavorare, su ogni fronte. Perché piangere Giulia ed indignarsi non basta. Lo dobbiamo a Giulia, a Marisa, ad Annalisa, a Francesca. Lo dobbiamo a tutte le Donne che ‘non sono più’. Lo dobbiamo a tutte le ragazze ed ai ragazzi. Lo dobbiamo al nostro futuro.


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