E’ utilizzabile per il confronto il dna estratto dai resti del bandito Salvatore Giuliano, riesumato il 28 ottobre scorso nel
cimitero di Montelepre (Pa). Il responso positivo sulla possibilità di usare il materiale, in dubbio nelle scorse settimane, è arrivato dai consulenti Renato Biondo, biologo del Gabinetto di polizia scientifica di Roma, e Francesco De Stefano, direttore del dipartimento di Medicina legale dell’università di Genova, gli esperti incaricati dalla Procura di Palermo di effettuare l’esame del dna. I consulenti stanno ora effettuando la comparazione col dna dei familiari viventi del bandito: gli esiti si attendono a giorni. I pm hanno aperto un’inchiesta per omicidio e sostituzione di cadavere, ipotizzando che
quello sepolto a Montelepre non sia il corpo di Giuliano.
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