CATANIA – “Lo sviluppo non si inventa”. Il segretario provinciale della Cisl etnea Alfio Giulio non ha peli sulla lingua per quanto riguarda i programmi utili a far ripartire l’isola. Certamente non esistono bacchette magiche per il sindacalista, ma bisogna agire e con molta immediatezza. A Rosario Crocetta, appena eletto Presidente della Regione Siciliana, chiede azioni mirate a garantire l’arrivo di nuovi investitori. Non c’è una ricetta già pronta, le condizioni di difficoltà in ogni settore economico non forniscono certezze sulle politiche da attuare, per questo secondo Giulio bisogna dialogare, confrontarsi e programmare, insieme.
L’appello lanciato da Catania, e diretto a Palermo, al nuovo governatore è quello di “un patto per l’emergenza” nato dall’ascolto di ogni attore economico, finanziario e professionale. “La politica deve unirsi, maggioranza ed opposizione” sottolinea Giulio “perché quando c’è l’emergenza ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Il primo punto all’ordine del giorno del Governo e dell’Assemblea regionale deve essere il lavoro.” Il segretario della Cisl pensa ad una compartecipazione attiva anche dei sindaci, voci capaci di fornire informazioni strategiche alla pianificazione amministrativa della Regione.
“Il tempo è scaduto, bisogna concretizzare” evidenzia “i problemi sono tanti e urgenti: i giovani, i precari, i forestali. Io penso soprattutto ai miliardi di euro in fondi europei che rischiamo di perdere. Non è possibile far tornare a Bruxelles denaro che potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per la ripresa”. Giulio, in seconda battuta, analizza anche il dato sull’astensionismo. “Il 52% dei siciliani non è andato a votare” dichiara “questo rappresenta un collasso sociale. Significa che c’è una rottura tra politica e società, tra politica e persone. E’ questo non può essere ignorato”.
La lente di ingrandimento si sposta sul territorio etneo. Sono diciannove i catanesi che siederanno a Sala D’Ercole e avranno il delicato compito di rappresentare le istanze di una provincia totalmente in stallo, con alcuni settori in piena recessione. “Noi chiediamo” afferma il sindacalista “che venga posta attenzione non solo alle vertenze storiche, ma si analizzi quanto Catania può dare soprattutto a livello industriale”. “Bisogna riprendere qualche progetto che è stato messo nel cassetto, sapendo, però, che per mettere in moto lo sviluppo bisogna attrarre investimenti” ribadisce “ma per fare questo a Catania abbiamo bisogno di legalità ed urge snellire la burocrazia della macchina amministrativa siciliana. Perché se gli investitori non trovano una condizione accogliente, sotto il profilo burocratico e legale, non vengono in Sicilia e se non vengono gli investitori “conclude lapidario Giulio ” non può esserci mai sviluppo”.