Gli ex ciapisti e il gioco al massacro | Caronia: "Vittime di un ricatto" - Live Sicilia

Gli ex ciapisti e il gioco al massacro | Caronia: “Vittime di un ricatto”

I precari esclusi. La denuncia
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Marianna Caronia

Le polemiche intorno all’approvazione della Finanziaria non accennano a placarsi. E al centro della contesa c’è sempre la questione della stabilizzazione dei precari regionali. Gli ex corsisti del Ciapi, infatti,  grandi esclusi dalla nuova ondata di stabilizzazioni sancite dalla manovra economica, sono “infuriati” col presidente Lombardo che ha liquidato la loro situazione “senza fornire alcuna spiegazione”. Dopo la denuncia fatta qualche giorno fa dall’onorevole Cordaro dell’Udc, è adesso Marianna Caronia, deputato regionale ex Mpa ora transitata al gruppo misto, a sollevare la questione. E a lanciare accuse molto forti e precise. Contattata da Livesicilia, la parlamentare regionale ha ricostruito, fase per fase, la vicenda, precisando che alla base della mancata stabilizzazione dei ciapisti, “vi è stata una chiara decisione politica, e non valutazioni tecniche o economiche”.

Tutto comincia circa due mesi fa quando i 417 ex corsisti del Ciapi, dopo essere stati invano sballottati da un assessorato all’altro, si rivolgono a lei che, nelle vesti di componente della commissione Lavoro, li riceve per un’audizione. Secondo la parlamentare regionale alla base della protesta degli “ex ciapisti” vi era la situazione di assoluta precarietà che si protraeva da troppo tempo: “Queste 417 persone, in maggioranza donne, sono impropriamente chiamate corsisti, perché in realtà sono a tutti gli effetti lavoratori. Da circa dieci anni, infatti, sono impiegati a vario titolo nelle ex Asl (ora Asp)- ha speigato la Caronia- e anche i dirigenti delle aziende sanitarie ormai li apprezzavano per la loro esperienza e affidabilità nonostante fossere impiegati per compiti (ragioneria, amministrazione, gestione di banche dati) che esulavano dalla loro preparazione, tutta incentrata sul versante sociosanitario”. Nel racconto della Caronia, Lombardo circa due mesi e mezzo fa, avrebbe risollevato la questione dopo che era finita nel dimenticatoio. Il Governatore, secondo la Caronia “ha garantito che Italia Lavoro (al centro di una polemica qualche tempo fa per assunzioni poi bloccate) avrebbe assicurato 27 milioni di euro per fare lavorare i ciapisti. Progetto poi subito abbandonato, con il risultato di aver alimentato questo gioco al massacro, avendo anche illuso queste persone”. Per questo motivo la Caronia, insieme ad altri quaranta parlamentari appartenenti a tutti i gruppi dell’Ars, ha presentato un emendamento che prevedeva l’impiego di questi ex corsisti nelle ex Asl per tre anni, con contratti rinnovabili, utilizzando il Fondo sociale europeo, per una somma complessiva di 16,5 milioni di euro. “Tutto ovviamente -precisa l’esponente del gruppo misto- senza gravare sulle casse pubbliche regionali”. L’emendamento in questione però, accusa la Caronia, non è stato nemmeno discusso e messo in votazione, nonostante un pressing serrato nei confronti del presidente dell’Ars Cascio.

Secondo la Caronia, però, il fatto politico più grave sarebbe un altro: “Durante i lavori d’aula – sostiene la parlamentare regionale – un esponente dell’Mpa (dal quale proviene la Caronia ora passata al gruppo misto) ha avvicinato i cipaisti dicendo loro: ‘La firma di Caronia su questo emendamento causa la morte di questo provvedimento, se la Caronia continua a sostenervi voi non lavorerete mai ‘”. Si nasconderebbe, dunque, “un vero ricatto politico, una decisione ad personam” dietro la circostanza che ha portato al naufragio il progetto proprio “per la persona che perorava quella causa”, ha concluso la Caronia, secondo la quale adesso dopo la bocciatura del suo emendamento si rischia di sprecare le risorse utilizzate in questi dieci anni per formare prima, e per pagare gli stage dei ciapisti, dopo. Nella “guerra tra poveri”, infatti, per la stabilizzazione, secondo la Caronia si è verificata un’altra situazione di una gravità inaudita: “L’aspetto paradossale partorito dalla Finanziaria è che ora il Fse servirà a finanziare la stabilizzazione degli ex pip (100milioni) che invece andrebbe finanziata con fondi regionali e non europei, perché questo investimento sui pip non porterà nessun aumento di produttività, nessuno sviluppo, è un investimento a perdere.” Gli “ex ciapisti”, però non ci stanno e annunciano battaglia, come racconta Marianna Caronia: “Sono pronti ad un’occupazione ad oltranza davanti Palazzo d’Orleans, pur i vedere rispettati i diritti di lavoratori”. Secondo la Caronia, invece, l’unica soluzione a questo punto potrebbe essere di “far fare loro un corso per assistenti sociosanitari per giungere ad un concorso facendoli reinserire nel circuito ex Asl”.  Intanto le postazioni nelle Asl che gli ex corsisti hanno lasciato vacanti continuano a rimanere tali, e si profilano, dunque, tensioni anche con i vertici dirigenziali delle aziende sanitarie.


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