Gli invisibili della politica - Live Sicilia

Gli invisibili della politica

Dopo la tragedia del Mediterraneo ricominciano i discorsi di sempre. Da Mogherini ad Alfano, il fallimento delle politiche sull'immigrazione di Italia ed Unione europea è tragicamente sotto gli occhi di tutti

Immigrazione
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PALERMO – “E’ ora che l’Unione europea come tale affronti senza ritardi queste tragedie”. Così tuonò Federica Mogherini il giorno dopo l’ecatombe del Mediterraneo. Chissà se l’Europa se ne accorgerà. Certo, l’impressione è che fin qui Lady Pesc abbia avuto qualche difficoltà a lasciare un’impronta nella politica internazionale. Eufemismo per non dire che l’Alto rappresentante per la Politica estera europea sia stata pressoché invisibile. E dire che quella poltrona affidata all’Italia fu presentata da Matteo Renzi come un trionfo diplomatico. Ma se è questo il bilancio del già archiviato semestre di presidenza italiano dell’Unione, stiamo freschi.

Tanto quest’Europa (della Mogherini) è vicina all’Italia (della Mogherini), da far gridare in queste ora al premier Matteo Renzi: “L’Italia chiede di non essere lasciata sola”. La solita musica, tragicamente già sentita. Oggi la Mogherini sarà impegnata nel Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione, in Lussemburgo. Ieri, un “padre nobile” del Pd come Pierluigi Castagnetti su Twitter ha scritto: “Mogherini utilizzi anche le sue dimissioni per scuotere quest’Europa e aprire crisi formale Commissione nel caso inerzia”. Forse sarebbe, in effetti, un’idea per accorgersi di Lady Pesc, le cui dichiarazioni oggi erano relegate in posizioni marginali sula stampa.

E a proposito di invisibili, nel day after della tragedia dei migranti, ce n’è anche per Angelino Alfano. Il titolare del Viminale finisce nel mirino del Fatto quotidiano, che già nel titolo di prima pagina lo bolla come “ministro dannoso”. In un ampio articolo all’interno, dall’eloquente titolo “Alfano, il ministro inesistente che si salva sempre”, il quotidiano di Travaglio mette in evidenza come ieri solo a sera il ministro dell’Interno si si sia fatto sentire dopo il disastro, con una dichiarazione che si limitava all’autodifesa, ricordando le 3.500 morti in mare durante l’operazione Mare Nostrum, quella che è stata sostituita da Triton, che fa capo all’Ue. “Dal governo trasuda impotenza”, scriveva Il Fatto. E al di là delle puntuali strumentalizzazioni giunte copiose, il dato è difficilmente confutabile. Oggi Matteo Salvini è tornato alla carica: “ Il ministro dell’Interno non è all’altezza. E poi c’è un presidente del Consiglio imbarazzante che al massimo pensa ai funerali di Stato e ai minuti di silenzio…”. Quando le Istituzioni si fanno invisibili, anche le grida sguaiate dei capipopolo rimbombano più potenti nel silenzio.


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