Graziella Priulla presenta| “C’è differenza” - Live Sicilia

Graziella Priulla presenta| “C’è differenza”

Un libro che si propone come manuale rivolto alle scuole e agli adolescenti per stimolare la riflessione sulla necessità di un nuovo piano educativo, che tenga conto delle identità di genere.

alla feltrinelli
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CATANIA – I limiti imposti dagli stereotipi, l’educazione di genere, storie di conquiste di libertà femminile, le immagini e le parole usate male dai mass-media che danneggiano il pensiero; i concetti di parità e uguaglianza, che non segnano le differenze, ma al contrario le esaltano: sono solo alcuni dei temi affrontati nel saggio “C’è differenza”, di Graziella Priulla, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Catania. Un libro che si propone, dunque, come “manuale”, potenzialmente rivolto alle scuole superiori per introdurre finalmente il tema dell’educazione di genere. “C’è già stata un’esortazione da parte dell’Europa, raccomandazioni dall’ONU, – racconta la professoressa a LiveSiciliaCatania – ma finora non si è mai fatto nulla. Adesso, però le acque sembrano iniziare a muoversi verso una direzione differente, a Catania c’è un nuovo grande fermento, soprattutto nel modo scolastico. Ho voluto, dunque, fare una sintesi sulle cose che sarebbe bello affrontare nelle scuole con i ragazzi e con le ragazze. Ho parlato della storia del secondo novecento sulle grandi conquiste dei diritti delle donne (che spesso le più giovani tendono ad ignorare) ho affrontato concetti, come l’autostima femminile, l’uguaglianza e la parità. Ma mi sono soprattutto concentrata – precisa – sugli stereotipi, per esempio diffusi dai media e dalla pubblicità, ma anche al linguaggio comune, le battute (come non fare la femminuccia, non fare il maschiaccio), le barzellette cretine, la bimba vestita di rosa, il maschietto vestito d’azzurro, a dimostrazione che sin da bambini si iniziano ad installare questo genere di stereotipi. Il mio discorso – aggiunge – tende molto a stimolare la riflessione e trecentosessanta gradi. Ho messo anche molte poesie e canzoni per vivacizzare il tutto e renderlo ancora più attrattivo”.

Un libro i cui temi risultano essere molto sentiti e condivisi dal mondo omosessuale, che nutre un profondo debito di riconoscenza nei confronti dei movimenti femminili, “sia per scardinare i pregiudizi – continua la Priulla – e sia per lottare contro tutte le discriminazioni. La gente quando dice l’omosessualità è contro natura fa un po’ ridere: ci sono mille e cinquecento specie animali omosessuali presenti in natura, spiegatemi, dunque, che vuol dire “contro natura”. Ma questi concetti, purtroppo, sono duri a morire. Gli uomini dovrebbero, finalmente, capire che provare tenerezza è un valore di cui non devono aver paura, o che non dovrebbero vergognarsi di manifestare le proprie emozioni, come per esempio il pianto, perché è liberatorio. Esiste in ognuno di noi un lato femminile ed un lato maschile. Tutto questo – conclude – dovrebbe fare piacere anche al mondo maschile”.

Intervenuta all’incontro, anche, Roberta Fuschi, collaboratrice di LiveSiciliaCatania, la quale ha sottolineato l’importanza del tempo che sarebbe sempre necessario impiegare nella scelta consapevole delle parole. Un tempo che , il ritmo frenetico che “scandisce la vita delle redazioni giornalistiche, televisive e online in primis” e “la necessità di fornire notizie con Velocità e immediatezza” rendono difficile reperire a discapito della qualità dell’informazione. Fuschi a tal proposito, ha riportato una serie di esempi, di formule che sottolineano alcuni “orrori”: “il caldo criminale come movente per un femminicidio” o ” il raptus di gelosia per raccontare un omicidio, la cui premeditazione è’ stata comprovata da una sentenza”. A conclusione di tale riflessione, la giornalista ha avanzato una proposta: utilizzare il libro della professoressa Priulla come base per realizzare un prontuario per le redazioni giornalistiche. Un testo, che non si limiti semplicemente a indicare formulazioni  standard ma che “educhi all’utilizzo consapevole della parola”.

La presentazione del libro, inoltre, è stata organizzata con la collaborazione del direttivo Arcigay Catania, come anteprima della manifestazione “Pride Week”, che prenderà il via il 24 giugno prossimo. “ Il movimento omosessuale e quello femminile – ha spiegato Alessandro Motta, Vicepresidente Arcigay Catania – credo che abbiano fatto un bel pezzo di strada insieme nella conquista (non ancora conclusa) dei propri diritti. La radice d’odio è comune per entrambi, ovvero quella maschilista e fondata sul patriarcato. Per questo il movimento omosessuale è profondamente debitore del pensiero delle donne, di molte pratiche e parole chiavi. E’ importante – prosegue – affrontare il tema della differenza di genere nella storia. Se guardiamo indietro, finora è stato fatto molto, ma ancora la strada è ancora lunga. Dovrebbe essere una battaglia comune di civiltà, di cui anche il mondo etero dovrebbe sentirsi investito.

 

 


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