"Green pass e vaccini obbligatori per tutti: i no vax? Surreali"

“Green pass e vaccini obbligatori per tutti: i no vax? Surreale”

Parla Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina legale e membro del Comitato tecnico scientifico siciliano

“Nel 1984 gli Stadio cantavano ‘chiedi chi erano i Beatles’, oggi io a chi ha ancora dubbi sul vaccino direi ‘chiedi cosa era la polio’”. Parla alla pancia della gente Cristoforo Pomara, professore ordinario di Medicina legale dell’Università di Catania e componente del Comitato tecnico scientifico della Regione siciliana. In un agosto rovente, da tutti i punti di vista, il Covid continua a circolare e non sarà certo l’esibizione della certificazione verde a fermarlo.

“Chiedi cosa era la polio”, ripete come un mantra Pomara che pensa ad una vaccinazione obbligatoria se dovesse continuare così in Italia e nel mondo, e non per categorie o fasce d’eta, ma “dai 12 ai 100 anni”. “Chiedilo ad una ragazza di 15 anni di età – continua il professore – e lei ti risponderà che non ne ha idea. Chiedilo al nonno e ti spiegherà cosa è stata la vaccinazione antipolio. Trovo surreale tutto questo dibattito sulla vaccinazione obbligatoria se penso a patologie come la poliomielite, oggi di fatto debellata grazie ai vaccini e poi guardo il bollettino quotidiano di morti da Covid in Italia, quasi 130.000 e chissà quanti guariti che avranno postumi”.

A chi nutre dubbi, ai diffidenti, ai lettori di fake news Pomara ricorda che la campagna vaccinale è “cominciata da soli sei mesi. La polio non è certo stata sconfitta in sei mesi”.

“Trovo surreale – aggiunge il medico legale – pensare che per un non meglio precisato diritto a potersi non vaccinare si debba limitare la libera circolazione in relazione all’aumento dei contagi. Non è ovvio che se non ti vaccini il virus corre? Trovo ancora surreale addirittura ridurre al minimo l’offerta di cure ospedaliere in nome di una ostinata libertà a non vaccinarsi che poi si traduce in limitazioni – argomenta il professore – ancora più stringenti della vita e del diritto alla vita e alla salute della maggioranza degli altri”.

Cristoforo Pomara è assolutamente favorevole al “green pass”. “Come potrei non esserlo, visto che già un anno fa siamo stati noi del Cts siciliano a proporlo. Però a questo punto della vaccinazione, con i drive in aperti fino a sera tardi per la somministrazione dei sieri, trovo che non sia corretto equiparare la certificazione verde di un vaccinato a quella di un tampone negativo. È un controsenso”.

Anche i vaccinati si contagiano? “Un fatto normale – commenta Pomara – anche perché noi stiamo vaccinando in piena pandemia e abbiamo deciso di riaprire delle attività e quindi il virus continua a circolare. Ma i dati scientifici ci dicono che il vaccino riduce, quasi azzera, l’ospedalizzazione. E infatti la maggioranza dei ricoverati, se non quasi la totalità, sono pazienti non vaccinati. Inoltre la nostra campagna è composta da più vaccini e le case produttrici hanno già comunicato percentuali che vanno dal 5 al 10% di non efficacia”.

Una forbice che bisogna tenere in considerazione e a cui “vanno aggiunti – spiega ancora Pomara – quei pazienti che sviluppano pochi anticorpi o quelli che si infettano nella finestra di attivazione immunologica”. Quindi anche con una vaccinazione al 100% della popolazione ci sarebbe una minima percentuale di non rispondenza al siero. Ma più alta è la fascia di popolazione vaccinale più ridotta sarà questa percentuale.

Il Covid è un virus che “non è stagionale” e “si sta diffondendo su scala mondiale” perché pandemico.

Pomara va dritto al punto. Non ama le mezze misure. L’informazione va data in modo corretto e scientifico. “Sfatiamo anche il mito che il Covid non è pericolo per i ragazzi e ragazzini. Non lo è stato da noi che abbiamo chiuso tutto e siamo andati in dad. Chiedetelo ai brasiliani se il Covid è pericoloso (886 decessi tra gli under 20 da febbraio 2020 a gennaio 2021 secondo uno studio pubblicato su Lancet Child Adolesc Health, ndr). È chiaro che man mano che ci si vaccinerà il virus attecchirà nelle fasce via via sempre più giovani e gli effetti letali saranno proporzionali alla percentuale di diffusione e contagio. Solo il vaccino – chiosa il professore – può mettere a riparo i più giovani o vaccinando tutti gli altri o vaccinando anche loro”


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