Gregory Bongiorno, l’uomo instancabile: ecco la sua eredità - Live Sicilia

Gregory Bongiorno, l’uomo instancabile: ecco la sua eredità

Il ricordo di Alessandro Albanese: "Era una persona perbene, al servizio dell’intera collettività. E questa è una eredità inestimabile".

Sono passati sette giorni da quella tragica telefonata di un caro amico che con la voce rotta dall’emozione mi comunicava che Gregory non c’era più. Che Gregory era morto. A parte l’incredulità, lo sgomento, il dolore, la prima cosa che ho pensato è stata: “Adesso con chi parlerò ogni mattina?… cosa che ho fatto negli ultimi cinque anni. Con chi scambierò idee, impressioni, consigli? Chi potrà sostituire il mio compagno di avventura? Nessuno…”


Greg, così lo chiamavo, l’ho conosciuto nel 2003: io ero nel consiglio direttivo di Confindustria Palermo e lui era stato appena eletto presidente dei giovani di Trapani. Che poi Gregory, giovane sembra non esserlo stato mai… le tragiche vicende personali lo hanno portato ad assumere presto responsabilità incredibili, sia dal punto di vista imprenditoriale che familiare. Nonostante questo, però, il suo percorso è stato sempre netto, lineare, incontrovertibilmente inattaccabile. Frutto soprattutto di una cultura fatta di studio e di conoscenza.

Nell’attività imprenditoriale così come nel difficile ruolo di rappresentante della classe dirigente di Confindustria, Gregory non era mai impreparato, lui studiava, ascoltava, discuteva e alla base delle sue decisioni o dei suoi pareri c’era sempre una profonda conoscenza degli argomenti. Che poi esponeva in modo pacato, ma convincente, duro a volte ma sempre rispettoso del suo interlocutore.


La cosa incredibile è che, in tutti questi anni, non ricordo uno scatto d’ira, una sbavatura anche quando si trovava a prendere decisioni importanti e in momenti drammatici: dalla scelta di denunziare la mafia e opporsi al racket in un periodo e in un territorio dove pochissimi l’avrebbero fatto. Eppure lui è rimasto coerente con la sua scelta e, senza clamore, ha accettato la scorta senza mai farne uno status symbol. Anzi, tutt’altro. Così quando un paio di anni fa la scorta gli è stata revocata, forse anche su sua richiesta, ha accolto la decisione con grande favore.


Stesso atteggiamento che teneva nelle discussioni in Confindustria o nel rappresentare gli interessi delle imprese sempre con spirito di servizio e senza mai anteporre interessi personali. Greg era apprezzato a Cuneo come a Roma come Palermo per quello che diceva e per come lo diceva, capace come era di scegliere i modi e i termini e avendo sempre rispetto per la persona e per le istituzioni alle quali si rivolgeva.

Allo stesso modo sapeva essere un amico affettuoso e, soltanto dal tono di voce, capiva se c’era un problema e chiedeva cosa potesse fare per risolverlo o come potesse sostenerti anche in termini affettivi.


Il suo spirito di servizio per la nostra associazione è testimoniato dall’unico alterco che abbiamo avuto, dove fortunatamente sono riuscito ad avere la meglio, ossia quando ho insistito affinché accettasse di guidare Sicindustria. Oggi posso dire, senza tema di smentita, che seppur in questo troppo breve periodo, Gregory ci ha lasciato un modello da seguire e che spero possa essere preso ad esempio da tutti coloro che lo succederanno.


Un modello etico, relazionale, associativo e politico. Gregory era una persona perbene, al servizio non solo del nostro sistema ma dell’intera collettività. E questa è una eredità inestimabile lasciata da un uomo che si può definire un eroe del nostro tempo. A me personalmente lascia un grande profondo senso di incompiuto la fine di un percorso che potevamo ancora poter fare insieme nel modo in cui io lo riconoscevo: da amico.
Ciao Greg


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