Legge elettorale, stampa e lavoro | Grillo allo Zen dimentica Palermo - Live Sicilia

Legge elettorale, stampa e lavoro | Grillo allo Zen dimentica Palermo

Beppe Grillo sul palco di Palermo (Foto Zarcone)

Il leader M5s parla per oltre un'ora ma il voto locale resta sullo sfondo, la mente è a Roma.

Le Amministrative
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PALERMO – La legge elettorale che vede i Cinquestelle “in una fossa di serpenti”, i giornalisti che “creano pregiudizi” e che danno vita a servizi “fasulli”, il successo nella battaglia per la conquista del Paese che “deve” registrare “almeno il 50 per cento”. Beppe Grillo plana a Palermo per sostenere Ugo Forello nella corsa alla poltrona di sindaco ma davanti allo Zen dimentica le Amministrative per Palazzo delle Aquile. Il corpo è in Sicilia ma la mente è a Roma, dove infuria la battaglia di Montecitorio sulla legge elettorale. Due ore prima a Trapani, dove pure non aveva lesinato battute al vetriolo sull’indagato Fazio e su un senatore D’Alì su cui pende una richiesta di soggiorno obbligato, il passaggio che tradiva invece una certa impreparazione sul voto nel capoluogo: “A Palermo c’è un candidato…come si chiama?”, chiede Grillo, che poche ore prima aveva incontrato Forello a Palermo con tanto di foto veicolata via social dal candidato sindaco.

In serata, davanti al velodromo ‘Paolo Borsellino’, Grillo concede un solo un passaggio sulla battaglia elettorale locale: il bersaglio è Totò Cuffaro, “che è tornato a baciare tutti” e che viene definito come uno dei “piccoli fantasmi rispolverati”. Poco più che una battuta ironica nei confronti dell’ex governatore che sostiene Fabrizio Ferrandelli, mentre l’altro grande assente nelle parole del comico è Leoluca Orlando. Il leader dei Coraggiosi e il sindaco uscente, con cui Forello è in lotta per il probabile ballottaggio, superano indenni il discorso di Grillo, che invece decide di puntare il mirino della sua verve sui giornalisti: “Quando andremo al governo toglieremo tutti questi finanziamenti pubblici ai giornali”.

C’è spazio anche per la difesa delle amministrazioni targate M5s, Roma e Torino su tutte, mentre l’ultima battuta ha il sapore delle urne: “Non dobbiamo vincere con il 40 per cento, ma minimo con il 50 per cento”. Concetti già espressi a Trapani e che puntano al bersaglio grosso: Palazzo Chigi. In mezzo, però, c’è la battaglia per Palazzo delle Aquile e allora ecco la risposta a una domanda che arriva dal pubblico della serata di Palermo: “Hai perso un lavoro e hai 4 figli? Hai diritto a un reddito di cittadinanza che è pari a 1.470 euro. Lo abbiamo messo al centro del nostro programma”. In extremis Forello prova a spostare il baricentro della serata su Palermo e chiude ricordando a Grillo: “Abbiamo una sfida. Non so se lo sai, abbiamo contro duemila candidati”. Poi l’attacco a Orlando e Ferrandelli, con “sette liste da una parte e sette dall’altra”. Il leader annuisce ma non c’è più tempo e Palermo resta lo scenario di uno spettacolo che dopo 24 ore avrà altri protagonisti.

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