Guerra aperta tra parroco e curia | Don Prisutto: vogliono rimuovermi - Live Sicilia

Guerra aperta tra parroco e curia | Don Prisutto: vogliono rimuovermi

In città manifestazione a favore del sacerdote anti inquinamento.

AUGUSTA (SIRACUSA) – È di nuovo scontro attorno a don Palmiro Prisutto, arciprete e parroco della chiesa Madre di Augusta, paladino della battaglia antinquinamento nel quadrilatero industriale della provincia di Siracusa. “Lei non è più il mio referente a Augusta”, è la frase che l’arcivescovo Salvatore Pappalardo gli avrebbe rivolto durante un colloquio privato e che l’arciprete ha deciso di rendere pubblica in una lettera aperta ai fedeli, perché “sintomo – dice – di una imminente rimozione”. In paese, in effetti, la voce circola da tempo, con tanto di data certa sul trasferimento del parroco: settembre. Circola, nonostante la posizione ufficiale della Curia sia rimasta quella dello scorso mese di marzo, ossia riconferma alla guida della chiesa madre a patto di “ritrovata comunione e un clima di dialogo costruttivo” in una comunità con forti “tensioni e a volte anche contrapposizioni”.

Tutto era esploso la prima volta a febbraio con un carteggio interno alla diocesi, in cui l’arcivescovo esortava don Prisutto alle dimissioni: ufficialmente alla base delle tensioni il rapporto tra il parroco e una parte delle confraternite augustane. Carteggio che suscitò polemiche e una mezza sollevazione popolare a favore di don Prisutto, perché giudicato un attacco al suo ruolo riconosciuto di difensore dell’ambiente e protagonista di numerose campagne contro l’inquinamento industriale e in memoria dei morti di cancro. Per le stesse ragioni la vicenda era finita nelle cronache nazionali. Poi la pace, apparente. In realtà il fuoco ha continuato a bruciare sotto la cenere. Fino all’episodio di un manifesto contro il parroco affisso davanti a tre chiese di Augusta. A questo punto don Palmiro si sarebbe aspettato una difesa ufficiale dai vertici della curia, e invece silenzio.

E la pazienza del parroco è arrivata alla fine: “Se vogliono la pelle dell’orso – ha detto convinto che l’arcidiocesi voglia indurlo alle dimissioni – prima devono ucciderlo”. E così, la lettera aperta ai fedeli con cui ha spiegato tutto. Va detto pure che il parroco non ha mai sospeso la sua battaglia contro l’inquinamento industriale: ha continuato a leggere in chiesa i nomi dei morti di cancro (giunti a quasi 900 in due anni); ha portato la sua battaglia fuori con cortei e manifestazioni; un mese fa ha chiesto ai parrocchiani di restituire le tessere elettorali alla Prefettura, in forma di protesta contro il silenzio del presidente della Repubblica e ministro della Sanità di fronte al dramma dell’area industriale Augusta-Melilli-Priolo-Siracusa. Stasera, con un veloce tam tam di 24 ore, molti cittadini si sono dati appuntamento davanti al sagrato della chiesa madre in difesa di don Prisutto. Stanno riempiendo la piazza principale del paese.

*Aggiornamento ore 20.40
Dopo il raduno fuori dalla chiesa e una petizione dei fedeli in suo favore, don Prisutto ha celebrato messa all’interno di una chiesa Madre stracolma. Al termine della celebrazione, un lungo applauso ha accompagnato il parroco fin sul sagrato della chiesa. Fuori è continuato il presidio, nel frattempo sempre più numeroso.

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