Guerra di mafia: i Cappello alla sbarra, richieste di pena NOMI - Live Sicilia

Guerra di mafia: i Cappello alla sbarra, richieste di pena NOMI

Il processo abbreviato.

CATANIA – Sicuramente ci sarà un procedimento anche contro Carmelo Liistro, il pentito svelato da LiveSicilia e al centro dell’ultimo numero del Mensile S in edicola. È stato lui stesso a raccontare di aver partecipato al conflitto armato dello scorso 8 agosto 2020. Una vera e propria guerra tra i Cappello e i Cursoti Milanesi in cui sono rimasti uccisi Luciano D’Alessandro, 48 anni, ed Enzo Scalia ‘negativa’, 29enne. Oltre a sei feriti.

Oggi è arrivato alla fase cruciale il processo abbreviato che vede alla sbarra gli esponenti dei Cappello che quella sera d’estate sono arrivate al viale Grimaldi 18 in sella a 14 moto. Sono due i tentati omicidi contestati ai sedici imputati, che rischiano pene comprese tra i 14 e i 18 anni. La condanna più mite a 8 anni è stata chiesta da pm Alessandro Sorrentino e dall’aggiunto Ignazio Fonzo per il collaboratore di giustizia Concetto Alessio Bertucci, che ha raccontato di essersi finto morto per sfuggire alle pallottole. Nel processo che si celebra davanti alla gup Ivana Cardillo sono confluite anche le dichiarazioni di Carmelo Liistro che si è autodefinito uno degli uomini di fiducia di Massimo Cappello, fratello del capomafia Turi. Sarebbe stato lui alla guida dello scooter dove viaggiava il boss. Ma alla faida ha preso parte anche Salvuccio Lombardo jr, figlio di Salvatore Lombardo cugino del padrino Turi Cappello. E c’è anche un vertice importante del clan: Rocco Ferrara. A lui è stata chiesta la pena più dura. Liistro ha raccontato che Ferrara era pronto a continuare la guerra contro i Cursoti Milanesi, guidati da Carmelo Di Stefano. Ma i fermi dei carabinieri pochi giorni dopo la sparatoria fermarono le due fazioni. La scintilla scatenante è stato il pestaggio di Gaetano Nobile, tra gli imputati, un giorno prima in via Diaz da parte dei ‘Milanesi’. L’imprenditore – parente di alcuni esponenti dei Cappello – si è rivolto al clan per poter ‘risolvere’ la questione. Ma poi tutto è degenerato nello scontro armato.

Al termine della requisitoria, sono state queste le richieste di pena formulate dal sostituto procuratore della Dda e dal procuratore aggiunto: 8 anni per il collaboratore di giustizia Concetto Alessio Bertucci; 14 anni per Giuseppe Romano; 15 anni per Mario Bonaventura, Sebastiano Cavallaro e Renzo Cristaudo; 16 anni per Gaetano Ferrara, Luciano Guzzardi, Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, Gaetano Nobile, Riccardo Pedicone, Rinaldo Puglisi, Gioacchino Spampinato e Luciano Tudisco; 17 anni per Massimo Cappello e Salvuccio Junior Lombardo; 18 anni per Rocco Ferrara.

L’udienza preliminare è stata aggiornata al 16 maggio per le discussioni delle difese. Parallelamente si sta celebrando il processo davanti alla Corte d’Assise di Catania che vede imputati i Cursoti Milanesi.


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