Guerra di mafia, omicidio Costanzo |"Polvere da sparo nel casco di Saitta" - Live Sicilia

Guerra di mafia, omicidio Costanzo |”Polvere da sparo nel casco di Saitta”

Michele Costanzo fu ucciso nel 2004 nella zona industriale. Esaminato dal pm Rocco Liguori il maresciallo dei Ris che nel corso delle indagini ha effettuato alcuni test per verificare l'attinenza tra i bossoli prelevati nella scena del crimine e i residui su alcuni caschi sequestrati a Lorenzo Saitta, accusato di essere uno dei killer.

CATANIA – Analizzate alcune prove scientifiche che inchioderebbero Lorenzo “Scheletro” Saitta come uno dei killer di Michele Costanzo ucciso il 3 maggio del 2004 nella zona industriale di Catania. Nel corso del processo davanti alla Corte d’Assise è stato ascoltato il maresciallo dei Ris Lico che nel corso delle indagini effettuò una comparazione tra la polvere da sparo prelevata dai bossoli trovati nella scena del crimine e i caschi sequestrati all’imputato e a un altro soggetto. In totale – ha spiegato il militare rispondendo alle domande del pm Rocco Liguori – sono stati analizzati attraverso diverse tecniche tre caschi dove sono stati rilevati residui di polvere da sparo compatili al 100% con quelle delle pallottole usate per uccidere Costanzo, uomo di fiducia del capomafia Alfio Mirabile. Combatibilità che vuol dire che nei caschi è finito un residuo di polvere da sparo proveniente dalla stessa marca e dello stesso calibro dei bossoli utilizzati dai killer, ma non si può dire con certezza – come afferma il maresciallo dei carabinieri durante il controesame della difesa – che siano gli stessi.

In quello stesso agguato mafioso rimase ferito Antonino Sangiorgi, titolare della Mediterranea Distribuzione Logistica. Per questo omicidio è sotto processo Lorenzo Saitta, detto Scheletro. Nello stesso procedimento sono imputati Daniele Caruana e Salvatore Guglielmino accusati di aver ucciso Salvatore Di Pasquale per vendicare l’attentato a Mirabile: era fortemente sospettato di far parte del commando armato che aveva cercato di ammazzare il reggente santapaoliano e, inoltre, alla notizia del ferimento Di Pasquale avrebbe addirittura “gioito”. Anzi avrebbe detto di “voler stappare lo champagne”. Una frase che la moglie della vittima sente mormorare anche il giorno del funerale di suo marito. Per la vedova però si tratta di un pettegolezzo: così come ha detto durante la sua audizione nel processo.

Su questo delitto è stato ascoltato Pietro Masci, collegato in video conferenza, che sarebbe uno dei testimoni oculari dell’agguato del 2004 avvenuto davanti a un venditore di panini a Galermo. “Ero lì per comprare panini e lattine da portare a casa, era l’una di notte, appena ho sentito gli spari sono scappato e mi sono nascosto dietro un cespuglio”. Il giorno dopo il delitto il teste è stato ascoltato da carabinieri e polizia: avrebbe detto di aver visto due macchine arrivare da dove sono scese alcune persone. Una versione smentita durante il processo. “Ho raccontato una bugia perchè ero stressato e volevo andare via dalla caserma” – ritratta durante le domande e le contestazioni del pm. Il processo è stato rinviato: si continuerà con i testi dell’accusa. Il pm Liguori citerà due collaboratori di giustizia.

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