Guerra in Israele, la catanese Federica Florio è riuscita a rientrare in Italia - Live Sicilia

Guerra in Israele, la catanese Federica Florio è riuscita a rientrare in Italia

Le sue parole dall'aeroporto di Verona

CATANIA – “L’università di Catania e il Governo italiano non hanno smesso di lavorare un attimo per organizzare la nostra partenza. Adesso ci troviamo all’aeroporto di Verona e stiamo per prendere un volo per Catania”. È rientrata in Italia e sta bene Federica Florio. Dottoranda catanese in Scienze Chimiche e tirocinante al Weizmann Institute of Science di Rehovot, è salita assieme ad una sua collega di Bronte ieri sera su un volo di soli italiani. Da Tel Aviv è atterrato a Verona ieri sera alle 20.30 circa.
Assieme a lei anche Chiara Burgaletto, assegnista di ricerca al dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania che stava svolgendo un periodo di tirocinio in Israele, al Weizmann Institute of Science di Rehovot, a pochi chilometri da Tel Aviv.

L’appello

Originaria di Leonforte, in provincia di Enna, domenica scorsa Federica aveva raccontato a Live Sicilia la sua angoscia per ciò che stava avvenendo attorno a lei. Aveva lanciato un appello alle istituzioni italiane chiedendo di aiutarla a rientrare. Un appello che evidentemente è stato accolto. Ma la giovane non dimentica quanto tragica sia rimasta la situazione in Medio Oriente, per il barbaro conflitto tra Hamas e Israele, che sta avendo un bilancio pesantissimo in termini di morti per i bombardamenti e per le azioni di guerra.

Il ricordo

“In Israele – afferma – abbiamo lasciato le famiglie che ci hanno accolte in questi mesi, che sono diventate anche le nostre famiglie. E ovviamente ci mancheranno. A loro rivolgiamo un messaggio di affetto. Ci vorrà del tempo per riprenderci psicologicamente da quello che abbiamo vissuto in questi giorni. La cosa più brutta che ho visto? Leggere la paura, l’orrore, negli occhi delle persone. Non abbiamo assistito ad esplosioni, fortunatamente, ma solo perché quando suonava la sirena scappavamo immediatamente tutti nei rifugi anti-missile”.

La vicinanza della gente

Negli ultimi tre giorni, la giovane è stata tempestata di chiamate e messaggi. “Dopo la pubblicazione delle mie dichiarazioni di domenica, sono stata contattata da tantissime persone che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza – prosegue Federica -. Parenti, amici, anche il sindaco di Leonforte Piero Livolsi ci ha offerto il suo aiuto, ma non è stato necessario perché l’università è intervenuta in maniera tempestiva ed efficace. Sento il dovere di ringraziare il rettore e tutta l’università di Catania, il Governo italiano e tutti i funzionari che hanno lavorato per riportarci a casa”.

Il rientro

L’operazione rientro è scattata ieri pomeriggio. Un taxi è andato a prenderle direttamente nel dormitorio dove si trova il suo shelter, il rifugio anti-missile, dove erano state costrette a riparare, durante il suono delle sirene. Da qui in aeroporto sono salite a bordo di un aereo di linea affollato da italiani e sono ripartire. “In due giorni siamo riuscite a tornare a casa – conclude –. Non esagero nel dire che l’università e il Governo non ci hanno lasciate un attimo da sole”.


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