Guerra in Ucraina, Draghi: l'Italia non si volterà dall'altra parte - Live Sicilia

Guerra in Ucraina, Draghi al Senato: l’Italia non si volterà dall’altra parte

Il premier ha parlato del conflitto e della crisi energetica

“L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”. Così il premier Mario Draghi, durante un suo discorso al Senato sullo sviluppo della guerra in Ucraina, ha annunciato la posizione dell’Italia rispetto all’evolversi della crisi.

Il discorso di Draghi è amaro. “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta per l’Europa. Negli ultimi decenni molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazion in Euripa, che gli orrori che avevano realizzazione nel Novecento non fossero più ripetibili, in altre parole – ha aggiunto – che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza e benessere che le precedenti generazioni hanno ottenuto al costo di enormi sacrifici”. Ma le immagini che arrivano dalle città ucraine sotto assedio “segnano la fine di queste illusioni”.

Per Draghi, l’attacco all’Ucraina non è “soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme”.

“Il disegno del Presidente Putin – ha spiegato il titolare di Palazzo Chigi – si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass.  La settimana scorsa, ha riconosciuto le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk.  Subito dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l’Ucraina con il pretesto di “un’operazione militare speciale”.  Le minacce di far pagare con “conseguenze mai sperimentate prima nella storia” chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma e soprattutto unitaria. Tollerare – ha concluso – una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada”.

“L’Italia è impegnata per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio”. Secondo le stime nei prossimi mesi saranno circa 18 milioni le persone di cui si. Durante il G7 ho detto che l’Italia farà di tutto per appoggiare i paesi vicini all’Ucraina: Polonia e Ucraina”, ha detto Draghi.

Poi il premier ha ricordato tutte le attività già realizzate dall’Italia: 110 milioni come sostegno per il bilancio dell’Ucraina e 4 tonnellate di materiale sanitario. Inoltre è in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, l’invio di farmaci e dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo.

Da ieri è stato dichiarato lo stato di emergenza umanitario per l’Ucraina. “non cambia niente per l’Italia” ha spiegato Draghi.

Poi Draghi ha parlato della crisi energetica. “Il governo – ha spiegato – è inoltre al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche.  Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas. Tuttavia è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni”.

L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. “Nel breve termine ha detto il premier -, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altre capacità di importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni, ma anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di essere più complicata”.

Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. “Le opzioni al vaglio – ha dichiarato il presidente del Consiglio -, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altre fornitori – come l’Algeria o l’Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti. Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico”. 

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