AGRIGENTO – In un ormai acceso e infuocato dibattito sulla gestione pubblica del servizio idrico in provincia di Agrigento una voce, più delle altre, avrebbe turbato e infastidito non poco la governance di Girgenti Acque. È il 22 marzo 2015 e l’occasione è la Giornata Mondiale dell’acqua. Il cardinale Francesco Montenegro, che proprio nelle scorse settimane ha lasciato la guida della chiesa agrigentina dopo quasi un decennio, scrive una nota di suo pugno assumendo una chiara e netta presa di posizione.
La nota
“Considerare l’acqua non come merce, e pertanto come affare e bene economico, ma come fonte di vita e come risorsa preziosa da difendere e salvaguardare, perché la vita dev’essere assicurata a tutti…rendere omogenee e non gravose le tariffe per evitare disparità tra cittadini”.
E ancora: “Reinvestire gli utili, non per ricavarne profitti e spartire dividendi, evitando perciò sperequazioni, ma per migliorare la distribuzione in termini di efficienza delle reti e qualità dell’acqua”. Parole che inevitabilmente hanno richiamato la gestione del servizio idrico nell’agrigentino e che, per l’importanza e la statura del Cardinale, hanno creato non pochi malumori ai vertici dell’azienda.
Le indagini
La Procura di Agrigento ricostruisce l’intera vicenda anche attraverso le dichiarazioni di Margherita La Rocca Ruvolo, deputata regionale e sindaco di Montevago, “accusata” da Campione di essere stata di fatto la regista dell’intervento pubblico del Cardinale Montenegro.
E lo “scontro” tra l’ex patron di Girgenti Acque e la sindaca avvenne nell’estate 2016 all’interno del comune di Montevago dove Campione, secondo quanto ricostruito, si presentò senza appuntamento rimproverando La Rocca Ruvolo “divenendo molto aggressivo ed alzando il tono della voce”.
L’incontro si concluse con il sindaco che lasciò la sua stanza. Sei mesi più tardi, come ricostruito dalla Procura di Agrigento, a Montevago ricevettero per circa 45 giorni l’acqua con un forte inquinamento, tanto che l’Asp comunicò che non poteva essere utilizzata per fini potabili.
Girgenti Acque, in questo caso, affermò che il problema riguardava la fornitura di acqua inquinata da parte di SiciliaAcque.