Ancora una volta, la base militare di Sigonella risulta centrale nei programmi della Nato, stavolta nell’ambito della guerra tra Russia e Ucraina (SEGUI LA DIRETTA CON TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). I radar di volo hanno tracciato un drone spia che, partito dalla Sicilia, è arrivato fino al teatro del conflitto. Dopo che questa notte il presidente russo Vladimir Putin ha dato il via all’attacco contro l’Ucraina: le truppe penetrano dalla Bielorussia (a Nord) e dalla Crimea (a Sud), mentre si sono sentite esplosioni su Kiev, la capitale ucraina. Si cominciano a contare decine di morti, mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio supremo di Difesa per le 16.30 di oggi.
Nel frattempo, nello scacchiere geopolitico internazionale si ricomincia a parlare di Sigonella, alle porte di Catania. Nella base dell’aeronautica militare c’è una flotta di cinque droni Global Hawk, arrivati in Sicilia tra il 2019 e il 2020 per via della “posizione strategica nel Mediterraneo” della base isolana. I Global Hawk sono giganti senza pilota che dovrebbero occuparsi, stando a quanto riporta la stessa Aeronautica militare, di “sorveglianza terrestre e marittima, su vaste aree e in qualsiasi condizione meteorologica e di luce, per la protezione delle truppe di terra e delle popolazioni civili, per il controllo delle frontiere, per la sicurezza marittima e l’assistenza umanitaria”.
Ieri pomeriggio, intorno alle 15, un Global Hawk denominato Forte 12 è partito da Sigonella ed è volato fino all’Ucraina, sorvolando il Mar Nero e poi Kiev, Donetsk e Mariupol. I droni della Nato sono in grado di volare fino a 30 ore, coprendo fino a 16mila chilometri di distanza.