Alla cassa di uno dei supermercati di Mondello si discute di Ucraina e di una possibile escalation, con comprensibile apprensione. La signora in coda: “Speriamo che non scoppi la guerra mondiale, per i nostri figli!”. L’uomo alla cassa, con pronta sagacia, replica: “Signò, ma puru pi nuatri“.
Lo spirito palermitano offre il suo pragmatismo – noi tutti abbiamo il diritto di scansare il peggio – e quella leggerezza che aiuta sempre. Ma poi, tra una cassetta d’acqua e una valanga di cetriolini che, chissà perché, un signore dai capelli bianchi sta accumulando in quantità industriale, pensi che non abbiamo il diritto di sentirci leggeri. Altrove si muore, si soffre. E in mezzo ci sono pure i figli, i bambini.
L’eco dei bombardamenti su Kiev e i blocchi per la protesta dei Tir non stanno provocando, al momento, scene di psicosi, ma forse è ancora presto per annotarle completamente. Gli scaffali sono ancora riforniti, almeno qui. Si intravvede in qualche settore – pasta, scatolette, verdure – l’assenza di confezioni nella prima fila e c’è parecchia gente. Ma è presto per dire se sia l’annuncio di un iniziale accaparramento o semplicemente un fisiologico cambio di prodotti. Intanto, da altre zone della città, cominciano a giungere notizie di reparti che si stanno progressivamente e inesorabilmente svuotando.
Uno scatto di Franco Lannino, pubblicato sui social, mostra un incipiente deserto. Franco, una vita in cronaca a scattare fotografie storiche, racconta: “Mi hanno detto che è così per i blocchi, ma che temono pure l’effetto guerra”.
Lo spiazzo della pompa di benzina di Mondello comincia a riempiersi di macchine. Uno dei ragazzi all’opera racconta: “Da stamattina sono venuti tanti, più del solito, e quasi tutti per fare il pieno. Si sente parlare di rifornimenti che potrebbero mancare, noi non sappiamo nulla”. Situazione tranquilla ai distributori di viale Campania, termometro importante in caso di crisi.
Racconta una voce al supermercato: “Sì, abbiamo qualche problema per i blocchi e per certe merci che non arrivano, ma ci riforniamo soprattutto a Palermo e fino al fine settimana siamo coperti, poi si vedrà. Potrebbe giusto mancare qualche prodotto. Già i clienti cominciano ad affollarsi un po’ e a cercare di prendere più cibo e acqua. Speriamo che i prossimi giorni non siano difficili e che non si scateni il panico”.
I blocchi, il conflitto il panico. Stamattina, le file alle casse erano più nutrite. Ognuno sta cominciando ad arrangiarsi come può. Come un uomo anziano, solo, sulla carrozzina, che spingeva a fatica il suo carrello pieno di pasta e pelati. La sua guerra, cominciata tanto tempo fa, non è mai finita.