Guerra e risorse energetiche: "Pesanti ricadute sull'economia" - Live Sicilia

Guerra e risorse energetiche: “Pesanti ricadute sull’economia”

L'impatto del conflitto e delle sanzioni contro la Russia sul sistema regionale e nazionale

CATANIA – La guerra iniziata questa notte in Ucraina, con l’attacco da parte russa che arriva alla fine di quasi due mesi di tensioni diplomatiche, ha un importante risvolto: l’economia. La dipendenza dell’Italia dal gas che transita dall’Ucraina è nota e potrebbe aggravare il rincaro dei prezzi delle materie prime già in atto da fine 2021. Ma tra sanzioni e instabilità dei mercati, le conseguenze potrebbero essere ancora più articolate.

I numeri

L’Italia è il terzo partner commerciale europeo della Russia, con 7 miliardi di euro di export nel 2021 e 12 miliardi di importazioni di prodotti e servizi russi in Italia. Secondo i dati forniti dal Ministero degli affari esteri, in Russia sono presenti 500 imprese italiane, di cui 70 con impianti stabili.

La Sicilia ha, tra le regioni italiane, la seconda posizione per volume complessivo di importazioni russe in termini di giro di denaro. Sempre secondo dati del Ministero degli Esteri, la Russia è il terzo paese di provenienza delle importazioni in Sicilia, con 1,5 miliardi di euro nel 2021, il 13,5 per cento sull’import totale della regione Sicilia. L’isola importa soprattutto prodotti dall’estrazione di minerali da cave e miniere coke e prodotti petroliferi raffinati.

L’economista: “Tutto il mondo è coinvolto”

A commentare le possibili conseguenze economiche della guerra, sia di livello regionale che nazionale ed europeo, è Roberto Cellini, ordinario di Economia politica e direttore del dipartimento di Economia e impresa dell’Università di Catania: “Premesso che bisognerebbe avere una sfera di cristallo per prevedere quello che succederà adesso, ma il primo effetto immediato è l’aumento del prezzo delle materie prime, con influenza sui prezzi. Non c’è mai stata una guerra nel cuore d’Europa negli ultimi settant’anni, dunque è normale essere preoccupati: quello che si può dire è che stiamo uscendo da una pandemia e dalle sue misure restrittive, di tutto avremmo bisogno tranne che di shock causati da carenza di materie prime”.

Ma in che modo la guerra può influire sull’economia italiana? “È una situazione che mette a rischio l’approvvigionamento delle industrie – dice Cellini – dopodiché la dipendenza italiana dalle fonti che transitano dall’Ucraina è più pesante rispetto agli altri paesi, ma non è che gli altri siano in condizioni diverse. Oso dire che tutto il mondo è coinvolto”.

In queste ore l’Unione Europea ha adottato delle sanzioni economiche contro la Russia: “Sull’effetto economico delle sanzioni c’è molto dibattito, se davvero colpiscano l’economia oggetto o se siano più micidiali per chi le mette in atto. Il blocco dei circuiti finanziari è un grave handicap per tutti i circuiti, e le sanzioni implicano un blocco commerciale, dunque le imprese italiane che esportano in qualche modo soffriranno. Storicamente, le sanzioni hanno una storia molto dubbia di efficacia, ma senz’altro sono un segnale politico molto chiaro”.

L’operatore turistico: “Capire quali sanzioni sono applicate”

Il turismo russo ha rappresentato, negli ultimi anni, un fattore di crescita decisivo per l’industria turistica siciliana. Il siciliano Alfio La Ferla fa il tour operator con la Russia dal 1988 e ha attraversato tutte le fasi della distensione e poi del raffreddamento dei rapporti con il paese dell’est: “Ancora è presto per dire cosa succederà, dato che non si capisce bene che sanzioni vogliono applicare i paesi europei e gli Usa, a cui faranno da contraltare i diversi embarghi applicati dalla Russia. Finora a occhio e croce non cambia assolutamente nulla per gli operatori del turismo, se non per la parte che riguarda i rifornimenti energetici e le materie prime che faranno alzare i prezzi, problema generale che non riguarda solo l’Italia”.

Circola in queste ore anche l’idea di bloccare lo Swift, il sistema di pagamenti internazionali, per danneggiare la Russia: “Bloccare lo Swift – dice La Ferla – significa danneggiare molte aziende italiane, perché si blocca anche la possibilità di fare tornare indietro i soldi. Per il settore dei viaggi, poi, in questo momento non penso che, a parte un danno psicologico che si recupererà entro l’estate, ci saranno particolari danni, a meno che non decidano chiusure di frontiere o di carte di credito”.

“Una guerra che non vedremo solo in tv”

Sulla questione energetica esprime il suo parere Giovanni La Magna, presidente di Asec Trade, società che fornisce gas nel catanese: “Non è una Guerra che guarderemo solo in Tv. Oggi il prezzo del Gas è aumentato del 41 per cento in un solo giorno, il petrolio è schizzato a oltre 100 dollari al barile, così come molti beni di prima necessità. È una Guerra che pagheranno tutti i cittadini! Speriamo si possa tornare presto alla normalità”.

“La situazione è triste e preoccupante sotto ogni aspetto – continua La Magna – sul fronte energetico la gente si è resa ormai conto dell’incremento della materia prima. Un aumento non dovuto ai comportamenti delle società di vendita. L’Asec Trade, in questo periodo così difficile, sta cercando in tutti i modi di dare un segnale ben preciso ribadendo il suo obiettivo di restare sempre più vicino alla gente”. Per il presidente La Magna inoltre “per affrontare la crisi è necessario introdurre più gas in Italia, anche attraverso gli stessi giacimenti siciliani, oppure importare maggiori quantità di Gas naturale liquefatto attraverso la realizzazione degli impianti di rigassificazione siciliani situati a Priolo e a Porto Empedocle”.


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